La «conta delle donne», è già guerra tra i partiti

Su 426 candidati sono il 33%: la legge prevede anche una sola presenza Polemica tra uomini: «Candidate esibite come trofei». I Verdi: regole più severe



BOLZANO. Chi ne ha poche, chi ne ha molte, chi lo rivendica, chi alza le spalle, chi si arrabbia. Le donne in lista diventano il tormentone della campagna elettorale che vede a Bolzano 19 liste a sostegno di 9 candidati sindaco. È nata anche una polemica sulle candidate. Una polemica tra uomini.

Le cifre. Le elezioni al femminile. Due sono le candidate sindaco: Cecilia Stefanelli (Verdi, Sel, A sinistra per Bolzano) e Maria Teresa Tomada (Fratelli d’Italia). Le candidate al consiglio comunale sono 144 su un totale di 426 candidati. È un decoroso 33,8%, che arriva tuttavia dalla media tra le liste con una forte presenza di donne e quelle con candidature al femminile poco più che simboliche. I Verdi hanno 17 donne su 24 candidati, la Lista civica per Spagnolli 23 su 43, il Pd 15 su 42, Io sto con Bolzano 8 su 24, il Psi 2 su 21, Fratelli d’Italia 6 su 18, Nuova Città con Duzzi 3 su 17, A sinistra per Bolzano 12 su 31, Unitalia 4 su 22, Lista Benussi 2 su 11, CasaPound 4 su 13, Partito pensionati 1 su 9, Sel 7 su 21, Forza Italia 2 su 20, Movimento 5 Stelle 9 su 25, Alto Adige nel cuore 14 su 33, Projekt Bozen 3 su 8, Svp 6 su 23, Lega nord 5 su 20.

Le regole. La legge elettorale regionale prevede una blanda norma sulle quote rosa: sul numero massimo ammesso di 68 candidati in lista è necessario un terzo di candidate, ma fino a 46 candidati è sufficiente una donna.

Le quote morbide. Le donne Verdi contestano le regole e rivendicano il proprio esempio: il consiglio regionale ha fatto muro contro vere quote rosa nelle liste per le comunali, «così basta non riempire tutti i posti in lista e con una sola donna la quota è raggiunta», sottolineano Brigitte Foppa e Caterina Maurer, «ma anche quella donna, si lamentano i partiti, non si trova. Chi dapprima cerca di ostacolare le donne, dovrebbe mettere in conto che difficilmente risulterà invitante per le donne. I Verdi sostengono le candidate sindaco Cecilia Stefanelli ed Elda Letrari a Bressanone con liste a forte presenza femminile».

Uomini contro. La polemica è stata aperta da Matteo Bonvicini (capolista della Lista civica per Spagnolli), che ha «solidarizzato» con Enrico Lillo: traumatizzato da Michaela Biancofiore, ironizza Bonvicini, si capisce che il coordinatore di Forza Italia abbia previsto solo due candidate nella sua lista. Enrico Lillo ieri ha replicato a Bonvicini: «Chi ha veramente rispetto della donna, non la esibisce come se fosse un trofeo di caccia, rallegrandosi del successo numerico per poi relegarla dietro di sé in posizione defilata in modo che non possa dare fastidio alla propria candidatura. Detto ciò, caro Matteo, è vero, ho subito un trauma, ma a causa del tuo trasformismo camaleontico». Ancora più duro il forzista Alessandro Bertoldi: «Il soggetto in questione (Bonvicini) non rappresenta assolutamente nessuno ed è una delle peggiori scoperte della politica locale da sempre. Da settimane non fa che provocare Forza Italia pensando che con una nostra risposta scomposta ci "ruberà" qualche voto, ma è chiaro che questa sia soltanto la classica infima strategia politica di Artioli, Degasperi e consulente». Il socialista Claudio Della Ratta presentando la lista ieri ha rivendicato: «Si sta facendo una campagna sterile sulle donne. Sono persone, come lo sono gli uomini. Noi abbiamo 21 persone in lista, senza fare distinzioni». Claudio Degasperi (comitato della civica per Spagnolli) risponde a Della Ratta: «La maggiore presenza di donne in lista rappresenti un rilevante passo avanti nello sviluppo culturale della nostra società». (fr.g.)

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