La Diocesi ai Comuni «chiedere l’elemosina è un diritto di tutti»

Il pieghevole per “aiutare in modo cristiano i mendicanti” «Non è necessario dare dei soldi, basta fermarsi a parlare»



BOLZANO. «Ogni persona può chiedere l’elemosina. È un suo diritto. I mendicanti sono un disturbo perché rendono evidente l’esistenza di quella povertà che la società tende invece a nascondere». È il punto centrale del pieghevole della diocesi dedicato a «Noi e i mendicanti», un tema delicato e proprio per questo il messaggio è destinato a far discutere.

Obiettivo del documento, disponibile presso l’Ufficio pastorale diocesano, fornire un aiuto per affrontare “in modo cristiano” i mendicanti. Che rappresentano un grosso problema anche a Bolzano tanto che il sindaco Luigi Spagnolli, solo poche settimane, ha firmato un’ordinanza che impone una distanza minima di cinque metri da tavoli dei bar e dei ristoranti che pagano la Tosap.

Ecco dunque cosa consiglia di fare la diocesi: «Prova a vedere in chi hai davanti soprattutto una persona, indipendentemente dal fatto che tu le dia o meno qualcosa, e chiediti che cosa provi di fronte a lei. A volte per quelle persone è importante anche solo poter raccontare a qualcuno la loro storia. Se hai due minuti di tempo, ascoltala, ma non lasciarti coinvolgere eccessivamente. Solo tu puoi decidere se e come dare un aiuto. Non farti impressionare da suppliche o dalla descrizione di situazioni drammatiche. Si può anche dire di no senza per questo sentirsi in colpa. Non sentirti obbligato a tollerare ogni comportamento e interrompi pure il discorso se, per esempio, la persona diventa offensiva o si mostra aggressiva. Non si può mai essere sicuri al cento per cento che l’aiuto che diamo sia veramente utile. In definitiva, lascia che sia il tuo cuore a parlare».

Il documento riprende un’iniziativa analoga promossa in Austria dai padri gesuiti. «Sia in Austria che in Germania - spiega Paolo Valente, direttore della Caritas italiana - c’è un dibattito molto acceso su questo tema. Ha fatto bene la diocesi a fare proprio quel documento che mette al centro di tutto l’uomo. Ciò non significa che si debba fermarsi e fare l’elemosina, ma dobbiamo riflettere sul fatto che quella che abbiamo davanti è una persona». Ma non c’è il rischio che dietro a chi chiede l’elemosina ci sia in realtà un’organizzazione criminale?

«Si dice, ma non è mai stato dimostrato, almeno da noi. A mio avviso per organizzazione si intende che si mettono d’accordo tra loro nel spartirsi i posti, ma non che sono sfruttati».

Una presa di posizione quella della diocesi in contrasto con la recente ordinanza del sindaco? L’assessore Mauro Randi lo esclude e il sindaco Spagnolli parla di messaggio condivisibile: «Da un lato è giusto, da parte della Chiesa, ribadire che bisogna aiutare il prossimo, dall’altro è pure giusto dire che non bisogna sentirsi in colpa se, con buone ragioni, si decide di non dare nulla a chi chiede l’elemosina, ma ha comunque di che sfamarsi». Questo perché a Bolzano ci sono mense e servizi diurni dove i disperati possono andare.

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