CORVARA. La famiglia Costa, proprietaria dell'hotel La Perla a Corvara, è diventata titolare dell'albergo Posta Marcucci a Bagno Vignoni, in Toscana. Il contratto di compravendita dell'albergo è stato firmato venerdì, da domani la famiglia Costa inizierà i lavori di restauro - in particolare dello splendido giardino - che saranno completati entro marzo con l'apertura della stagione prevista per il 9 aprile.

La famiglia Costa ha dunque deciso di estendere la sua attività alberghiera per la prima volta in Toscana. L'albergo Posta Marcucci, un tre stelle, si trova in provincia di Siena, nelle vicinanze del resort Adler dei gardenesi Sanoner, "con i quali abbiamo già avviato dei contatti per uno sviluppo turistico coordinato fra le due strutture ricettive", ha detto Michil Costa.

La storia dell'albergo Posta Marcucci è legata a quella della famiglia Marcucci, che, dalla metà dell'800, ha gestito prima una locanda con rivendita di alimentari e recapito postale a Bagno Vignoni e, negli anni ’50 del ’900,ha costruito il corpo centrale dell'attuale albergo. E poi l'intuizione, figlia legittima di una visione, racconta Costa: “Quando gli operai iniziano a scavare nel terreno dietro la casa ecco sgorgare l'acqua calda nella grande vasca... La piscina diventa, dagli anni ’70 in poi, luogo di culto, pace e benessere”.

Adesso, con la famiglia Costa sostenuta dai suoi fidati collaboratori, questa storia cambia pagina senza mutare trama. E se in questa storia c'è un filo, chi ha preso le redini dell'albergo ne raccoglie un capo per portarlo ancora un po' più in là, senza nulla spezzare, solo tramandando: con gioia, tatto, semplicità e rinnovato vigore.

Bagno Vignoni vive da secoli fra rupi e boschi che succhiano l'acqua, che qui scorre in abbondanza. E proprio dalle acque benefiche emerge una dimora, più che storica, che ha fatto la storia recente di questo borgo amato da papi, santi, nobili e viandanti. L’albergo Posta Marcucci è luogo di ricordi e serenità. C'è una grande vasca per le cure termali, l'atmosfera che si respira sprigiona dalla cura del dettaglio, le sale sono punteggiate da poltrone, tavoli, librerie, quadri, lampade che farebbero felice qualsiasi ricercatore di una modernità solida, concreta, fatta di legni, stoffe, vetri e metalli opachi. Tutto sembra sospeso nella rarefazione di quegli anni in cui la musica si ascoltava con i vinili e sulle strade le auto rallentavano al passare delle vacche e delle pecore. Basta entrare nel piccolo bar, di un verde smaltato luminoso, per capire che si può far passare il tempo senza affanno e lasciarsi andare bevendo un cocktail fatto come si deve.

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