Bolzano

La farmacia comunale Domenicani chiusa tre mesi: manca personale 

La situazione preoccupa: gli stipendi dei farmacisti sono soddisfacenti, ma Bolzano sconta il carovita alle stelle. La giunta comunale ha bandito un nuovo concorso. Le altre cinque strutture pubbliche in città saranno inattive per una settimana a testa


Mario Bertoldi


BOLZANO. La farmacia comunale di piazza Domenicani rimarrà chiusa dal primo marzo al 31 maggio. Le altre farmacie comunali (in tutto a Bolzano sono sei) osserveranno una settimana di chiusura a testa a rotazione sino a quando non sarà risolto il problema della drammatica carenza di farmacisti che si propone ormai da qualche anno in tutto l’Alto Adige. Non è un problema solo bolzanino. La carenza è strutturale e provinciale: la mancanza di professionisti abilitati a lavorare in farmacia è condivisa, secondo gli addetti ai lavori, anche nelle strutture private. Ma non si tratta di un problema di concorrenza tra pubblico e privato.

In Alto Adige le uniche farmacie comunali in attività sono a Bolzano. I professionisti che vi lavorano sono 25, cui vanno aggiunti commessi e personale amministrativo. In media le retribuzioni previste in Alto Adige sono superiori (ed anche più rassicuranti sotto il profilo delle tutele di tipo sindacale) rispetto al resto d’Italia.

Di base un farmacista comunale al primo impiego dopo avere superato il concorso di idoneità guadagna circa 2100 euro netti mensili, cui però vanno aggiunti altri emolumenti legati agli straordinari e ad alcune indennità tra cui anche quella relativa alla necessità del “patentino A” di bilinguismo. Non solo. Ogni anno ad ogni farmacista viene corrisposto un premio di produttività che corrisponde ad un ulteriore stipendio. Eppure non basta. Per i farmacisti con contratto pubblico Bolzano resta una sede poco appetibile sotto il profilo economico per effetto del caro vita che ogni anno fa schizzare il capoluogo altoatesino ai vertici delle località più penalizzanti per i consumatori.

Come detto, il fenomeno legato alla difficoltà di trovare farmacisti disponibili coinvolge anche il settore privato, ma sono soprattutto le farmacie comunali (dunque pubbliche) a soffrire di più. Non è un caso se l’ultimo concorso di idoneità bandito dal Comune è riuscito solo a sopperire ai vuoti in organico creati da chi ha dato le dimissioni (un farmacista ha deciso di aprire una farmacia privata, mentre un altro ha preferito trovare occupazione presso un’azienda farmaceutica multinazionale) oppure è andato in pensione.

Degli otto farmacisti risultati idonei, solo quattro hanno accettato il posto di lavoro. La giunta ha cercato di correre subito ai ripari, bandendo un altro concorso per l’assunzione di altri due farmacisti. Ma gli effetti (in caso di candidati idonei) si avranno solo tra un paio di mesi, perché per ogni bando debbono essere osservati i tempi tecnici previsti dalla normativa di riferimento.

Nel frattempo l’amministrazione municipale ha deciso di intervenire disponendo la chiusura prolungata (dal primo marzo al 31 maggio) della farmacia di piazza Domenicani (il cui personale sarà impiegato nelle altre strutture) per poi passare alla chiusura programmata a rotazione per una settimana a testa di tutte le altre farmacie pubbliche attive in città. Una scelta obbligata anche per garantire a tutto il personale il regolare godimento di ferie e riposi.

Nessuno in Comune si pone il problema di possibili ripercussioni negative sotto il profilo economico, perché nei giorni di chiusura i mancati incassi si compensano con l’assenza di costi, senza contare la necessità di tutelare il benessere psicofisico del personale sotto notevole pressione da almeno due anni per la pandemia.

«Le farmacie comunali sono un servizio alla comunità ed il ritorno economico è necessario, ma non determinante» sottolinea l’assessore Juri Andriollo, «Abbiamo validissimi farmacisti. Una cosa è certa: la farmacia comunale di piazza Domenicani riaprirà».













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