La frana fece danni all’azienda, adesso arriva il risarcimento

Causa vinta dall’imprenditore Bachmann di San Candido contro l’allora società impiantistica Monte Elmo


di Aldo De Pellegrin


SAN CANDIDO. Risarciti a danni subiti. A poco meno di una dozzina d'anni di distanza dal verificarsi della frana del luglio 2003 ed a poco più di una decina d'anni dall'avvio della causa civile per il riconoscimento ed il risarcimento dei danni subiti, intentata dall'imprenditore ed ex campione di slittino su pista naturale di San Candido Otto Bachmann alla società impiantistica di Monte Elmo, oggi Dolomiti di Sesto Spa, ritenuta corresponsabile del verificarsi dell'evento franoso a causa dei lavori che stava eseguendo per la costruzione della pista di discesa Raut, nei giorni scorsi il Tribunale civile di Bolzano ha chiuso definitivamente la vicenda pronunciando attraverso il giudice Thomas Weissteiner una sentenza che riconosce la legittimità della richiesta risarcitoria avanzata dall'imprenditore di San Candido e condanna la società impiantistica, in solido con l'ingegnere progettista e la ditta incaricata dell'esecuzione dei lavori, che erano stati parimenti chiamati in causa, al risarcimento dei danni subiti, compresa la svalutazione monetaria subita dall'immobile nel quale aveva al momento sede la ditta Bachmann e che era stato costruito appena quattro anni prima del verificarsi dell'evento franoso.

Secondo le cronache dell’epoca, di cui si occupò in diversi momenti anche il nostro giornale, nel luglio del 2003, durante l'esecuzione dei consistenti lavori di movimento terra necessari per la realizzazione della pista di discesa Raut sul versante di Versciaco del Monte Elmo e che erano iniziati l'anno prima, a seguito di un improvviso temporale, uno smottamento del terreno nei pressi della pista provocò l'intasamento e la successiva esondazione del vicino rio Tischler, un affluente di destra della Drava, che ebbe come conseguenza una conseguente e massiccia colata detritica che finì col sommergere parzialmente due fabbricati posti nel fondovalle, fra cui anche la nuova azienda Bachmann, finendo con l'invadere e bloccare poi anche la statale 49 della val Pusteria a qualche centinaio di metri dal passaggio a livello fra Versciaco e Prato alla Drava. Dopo un primo tentativo di addivenire ad una soluzione stragiudiziale della vicenda, rigettata dalla società impiantistica che non si riteneva responsabile dell'accaduto e, successivamente, dopo il naufragare anche delle trattative per il minimo risarcimento del danno offerto dalle compagnie assicuratrici, l'imprenditore di San Candido e la compagnia austriaca di leasing che lo aveva affiancato nella costruzione del capannone industriale, avviarono una causa civile davanti al Tribunale di Brunico prima e di Bolzano poi volta ad ottenere il riconoscimento delle proprie ragioni.

Ragioni che, a circa undici anni di distanza, il giudice ha riconosciuto in pieno condannando in solido fra loro la società impiantistica nella sua veste attuale, l'ingegnere progettista e la ditta esecutrice dei lavori (pur attraverso le rispettive compagnie assicuratrici) al risarcimento del danno materiale valutato in circa 50 mila euro (rivalutato dal 2003 ad oggi) oltre alla rifusione delle spese di perizia e di giudizio, risultate abbondantemente superiori all'importo puramente risarcitorio.













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