La gara tra auto e moto costa quattro mesi

Bolzano. Il teorema d’accusa ha retto. A conclusione del giudizio di primo grado, il giudice Carlo Busato ha infatti condannato l’automobilista altoatesino accusato di aver ingaggiato una sorta di...



Bolzano. Il teorema d’accusa ha retto. A conclusione del giudizio di primo grado, il giudice Carlo Busato ha infatti condannato l’automobilista altoatesino accusato di aver ingaggiato una sorta di gara di velocità con un motocilista lungo il tracciato della strada che da Bolzano sale al Renon e di aver poi postato le immagini della “bravata” su “Youtube” con il titolo “folle ritorno a casa”. Al giovane di 25 anni che era alla guida dell’auto il giudice ha inflitto quattro mesi, quattro mila euro di multa, con il ritiro della patente per un anno è confisca contestuale dell’auto. La difesa, con l’avvocato Fabrizio Francia, ha annunciato appello. Secondo una delle perizie che hanno caratterizzato il processo, l’automobilista coinvolto nella presunta gara avrebbe toccato velocità sino a 143 chilometri all’ora, mettendo a repentaglio la sicurezza di altri utenti della strada. Le perizie hanno anche portato ad indicare pressoché con certezza che l’autovettura utilizzata per la presunta gara fosse proprio la Seat Leon di cui è proprietario l’imputato il quale ha sempre negato un proprio coinvolgimento. Si tratta di un 25enne sudtirolese accusato di violazione del codice della strada che vieta forme di competizioni tra mezzi in transito sulle strade pubbliche. Il proprietario della vettura non venne mai ripreso direttamente da chi girò il video per poi postarlo in internet. Per qualche fotogramma, però, venne ripresa una parte del suo viso riflessa nel parabrezza. Furono i carabinieri dei Ris di Parma (il reparto scientifico dell’Arma) ad evidenziare in perizia una netta compatibilità dell’immagine riflessa (la parte inferiore del volto) con il viso reale dell’imputato. Come si ricorderà, la vicenda risale all’agosto di cinque anni fa quando ai carabinieri venne segnalato il filmato postato sulla piattaforma “Youtube”. Nelle immagini, gli inquirenti riconobbero facilmente i tornanti della strada che sale al Renon. L’avvocato difensore Fabrizio Francia ha inutilmente sostenuto in udienza che l’eccesso di velocità documentato non costituisce reato penale e che quel giorno, sui tornanti del Renon, non vi sarebbe stata alcuna gara.

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