La Lub laurea più di 200 studenti Competitività, lavoro ed Europa 

Ieri le cerimonie di conferimento dei diplomi: «La nostra prossima sfida? Conoscere il mondo» Maurer: «Esercitate la curiosità. E mettete a disposizione della società ciò che avete appreso»


di Sara Martinello


BOLZANO. Ieri è stata una giornata di festa per la Libera Università di Bolzano: il Rettore Paolo Lugli ha consegnato i diplomi di laurea a ben 226 ex studenti che hanno concluso il percorso di studio tra lo scorso agosto e gennaio. Prima la facoltà di Economia, poi quelle di Design e Arti, di Scienze e tecnologie informatiche e di Scienze e tecnologie, per permettere lo svolgersi della giornata nel modo più ordinato possibile.

La cerimonia di conferimento dei diplomi si è tenuta nella bella aula magna al piano terra del palazzo di quella che col tempo è stata ribattezzata “piazza Università”, tra smartphone levati sopra le teste, macchine fotografiche e telecamere. Il Rettore Paolo Lugli ha lodato gli ormai ex studenti con parole di soddisfazione: «Conferire una laurea è motivo di felicità per il corpo docente, perché per i nostri giovani significa l’apertura di possibilità di lavoro e di studio. Lo dico alle matricole, lo ripeto ai laureati: il nostro ateneo è un’ottima scelta. È un’università piccola e “giovane”, ma in poco tempo è salita di posizione nei ranking internazionali, conquistandosi un posto nella classifica dei migliori piccoli atenei. Abbiamo bisogno di ambasciatori nel mondo: la nostra associazione Alumni, modellata su quelle statunitensi, incoraggia il senso di appartenenza a un percorso formativo compiuto in Alto Adige». Della vocazione internazionale della Lub parla anche Andrea Faustini, rappresentante degli studenti nel Consiglio dell’Università, laureatosi a settembre in Economia e Management: «Non ci sentiamo inferiori a chi ha studiato nelle più prestigiose università europee. L’Università di Bolzano ci ha permesso di formarci come cittadini europei e del mondo in un territorio accogliente. Ognuno dei volti in quest’aula ci ricorda una serata in biblioteca, un aperitivo, una festa, un pranzo in mensa: dell’Alto Adige serberemo tutti un ricordo positivo, pure se già tanti di noi vivono all’estero». È un’università che spinge gli studenti a confrontarsi con l’Europa, questa. Gli atenei statali italiani soffrono il peso di un diritto allo studio spesso negato, di una ricerca azzoppata dai tagli, di spazi a volte troppo angusti o vecchi per i tanti giovani desiderosi di studiare. Eppure sfornano laureati in grado di ottenere dottorati nelle università europee di cui si parla qui, e cittadini abituati al confronto con realtà anche molto diverse dal roseo piccolo mondo altoatesino. Molto importante a questo proposito il monito del preside della facoltà di Economia, Oswin Maurer: «Vi chiedo di rimanere curiosi del mondo. E soprattutto queste competenze che avete avuto la fortuna di poter accumulare dovete metterle a disposizione di tutti, della società, perché siete il futuro del mondo».

A proclamazione finita arriva il momento clou della cerimonia, il lancio del tocco (il tipico copricapo dei neolaureati). Volano in aria, queste macchie nere bordate di bianco e di rosso, sopra i sorrisi di soddisfazione di più di duecento giovani lanciati verso il futuro. Un futuro che, almeno per questi appassionati di economia, design e scienza, sembra assumere contorni precisi, senza lasciare spazio allo sconforto padrone della cosiddetta generazione Y. Il già citato Andrea Faustini, per esempio, è stato ammesso a un master presso una prestigiosa business school francese: «Ora è il momento di andarsene per il mondo, di scoprire, di allargare i propri orizzonti, perché non si smette mai di crescere. Ma non escludo un ritorno a Bolzano, la città del buon vivere e delle opportunità lavorative». Così anche il genovese Gabriele Rossetti Pellegri, ammesso allo stesso master: «Seguirò i corsi della business school, ma a Madrid. L’anno prossimo spero di poter andare a Shanghai per conseguire una doppia laurea. Come Andrea, prima di scegliere la Lub ho soppesato bene ogni fattore, ero indeciso con la Bocconi. Avevo anche superato l’ammissione. Alla fine la sfida dell’università trilingue e aperta al mondo mi ha convinto». Anche Nicole Berantelli, 23enne bolzanina, si è laureata in Economia e Management: «Ho già iniziato a frequentare Finanza all’Università di Trento con l’obiettivo di una carriera in banca: quest’estate seguirò un tirocinio estivo in una banca di Innsbruck. Per ora faccio la pendolare, in modo da non dover abbandonare gli allenamenti di pallavolo». È trentina Stefania Mocellini, di 27 anni, laureatasi in Economia e Management del settore pubblico: «Ho già iniziato a lavorare proprio nel pubblico, l’ambito giusto per i miei studi, col vantaggio di poter approfondire la competenza linguistica». Stesso titolo per Giuseppe Di Paolo, che da Vieste si è spostato prima a Pescara per una laurea triennale in Lingue e poi a Bolzano, attratto dal buon nome dell’ateneo e dalla caratteristica del trilinguismo. Ora è tirocinante alla Loacker, e vorrebbe continuare a vivere in Alto Adige. La Lub come polo di attrazione di giovani curiosi, quindi, e come polo propulsivo di nuove energie per il territorio.













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