La Memc a Roma grida aiuto: «Salvate il fotovoltaico»

Delegazione di Sinigo da ieri protesta davanti a Montecitorio E stasera in fabbrica arriva il segretario di Rifondazione


di Ezio Danieli


MERANO. Una cinquantina di operai, accompagnati dalla rsu aziendale, in prima fila ieri a Montecitorio per l'azione di protesta contro i decreti del governo che "ucciderebbero le rinnovabili in Italia". La delegazione della fabbrica di Sinigo - unica azienda in Italia a produrre silicio policristallino per il fotovoltaico - ha esposto uno striscione sul quale c'era scritto "400 lavoratori in cassa integrazione" tanto per ricordare la drammatica situazione dello stabilimento che sta durando da alcuni mesi senza vi siano confortanti segnali di una possibile ripresa.

La protesta di ieri a Roma ha visto schierati cittadini, associazioni, lavoratori ed imprenditori del settore delle energie rinnovabili per chiedere al governo «di rivedere i decreti approvati - quinto conto energia per incentivi al fotovoltaico ed incentivi alle altre fonti energetiche - che determinerebbero uno stop allo sviluppo degli impianti». La delegazione della Memc non ha voluto mancare alla manifestazione: i 50 dipendenti e la rsu si sono fatti conoscere a livello nazionale sottolineando, proprio con la loro presenza, la difficoltà del momento e soprattutto la perdurante mancanza di informazioni sul futuro dello stabilimento di Sinigo.

La vicenda della fabbrica è dunque rimbalzata a livello nazionale proprio all'indomani della richiesta del consigliere provinciale di Futuro e Libertà, Alessandro Urzì, che durante la "question time" in aula consiliare ha sollecitato «l'attivazione immediata di un tavolo di crisi presso il Governo». Lo stesso Urzì sottolinea, in una nota, come «Il ruolo del Governo si rivelerebbe centrale in questa fase. Ma esso ha la necessità di essere attivamente sollecitato non solo con atti formali ma con iniziative di pressione sostanziale da parte della Provincia che si è limitata, finora, ad interlocuzioni sulle misure di emergenza transitorie. C'è bisogno, al contrario, di una strategia a medio e lungo termine che faccia leva su un tavolo di crisi che formalmente possa impegnare il Governo a sollecitare la partecipazione della proprietà, l'assunzione da parte della Corporate americana delle responsabilità in ordine alle misure messe in campo finora e quelle in via di definizione. Come è possibile - si chiede il consigliere Urzì - impegnare altrimenti le forze in campo su una qualunque ipotesi se manca al tavolo della discussione la proprietà?». Partendo da queste considerazioni, il consigliere di Futuro e Libertà ha sollecitato l’assessore Bizzo ad attivare il tavolo di crisi a livello nazionale.

In attesa delle notizie sull'accordo fra Provincia e Terna per completare il collegamento, in Alta val d'Isarco, in modo tale da poter attingere alla rete energetica austriaca, questa sera alle 19.30 la tenda presidio allestita dagli operai in cassa integrazione davanti alla sede della Memc a Sinigo, ha annunciato una visita il segretario nazionale di Rifondazione Comunista. Paolo Ferrero incontrerà i dipendenti portando la sua solidarietà e quella del partito «perchè la fabbrica possa continuare a vivere e a produrre».

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