BOLZANO. I responsabili di sei anni fa di una casa di riposo dell’Oltradige sono stati prosciolti dall’accusa di aver provocato involontariamente la morte, a seguito di infezione da legionella, di un’anziana ospite.

I fatti in questione risalgono a febbraio di sei anni fa quando l’anziana donna venne ricoverata d’urgensza in ospedale per i sintomi di una polmonite che purtroppo non le diede scampo. Sulla vicenda venne aperta un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica e quattro responsabili a vario titolo della struttura di assistenza per lungo degenti (tra cui anche l’allora direttore medico), finirono sul registro degli indagati con l’accusa di concorso in omicidio colposo con l’accusa di aver sottovalutato il pericolo esistente, ignorando a tal riguardo le linee guida di prevenzione emesse a livello nazionale per la legionella.

Il giudice delle indagini preliminari ha disposto per tutti gli indagati il non luogo a procedere accogliendo, di fatto, anche le conclusioni della Procura che aveva chiesto l’archiviazione del procedimento. In effetti l’indagine sulla morte dell’anziana ospite della struttura non ha mai permesso di stabilire con certezze la causa che portò al decesso.

All’epoca la donna venne trasferita all’ospedale di Bolzano già in condizioni molto precarie ed il 9 febbraio 2015 la paziente cessò di vivere. Gli accertamenti clinici effettuati dallo stesso ospedale di Bolzano rivelarono che l’anziana morì per un grave polmonite ma non fu mai provato che la malattia fosse stata provocata dal morbo della legionella e che l’infezione potesse dunque essere addebitata al mancato rispetto di determinate norme di prevenzione e sicurezza. Ieri la difesa ha ribadito questi concetti dopo che la stessa Procura, come detto, aveva avanzato richiesta di non luogo a procedere. Il giudice si è dimostrato dello stesso avviso e ha disposto l’archiviazione del procedimento.