La nuova ricerca su Ötzi: «I suoi geni sopravvivono»

L’Eurac ha studiato la storia genetica della «mummia» del Similaun Dall’esame del cromosoma Y si è capito che ha resistito solo la linea paterna


di Alan Conti


BOLZANO. Il gene di Ötzi, la mummia del Similaun, sarebbe arrivato fino alle popolazioni dei giorni nostri. È possibile, dunque, che nella linea del dna di molte persone ci sia una traccia di parentela con l’Uomo dei Ghiacci. Ovviamente si tratta di una discendenza lontanissima, ma è quanto racconta uno studio condotto dall’Eurac sul cromosoma Y di Ötzi.

L’obiettivo dell’area dedicata agli studi sull’Icemen dell’Accademia Europea, in realtà, era quello di capire che fine avesse fatto la linea genetica materna, ma di riflesso la pubblicazione dello studio ha reso molto più interessante quella paterna. Il codice genetico della mamma, infatti, si sarebbe spento con alcune popolazioni delle Alpi che non sarebbero più cresciute demograficamente. Quello del papà, al contrario, è ancora presente negli uomini di oggi. Si tratta di un patrimonio trasmesso di padre in figlio che si sarà moltiplicato legandosi anche all’esplosione demografica di queste migliaia di anni.

Lo studio, pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Scientific Reports, muove dall’analisi del dna dell’Helicobacter pylori che altro non è che un patogeno estratto dallo stomaco di Ötzi vissuto 5300 anni fa.

Il dna mitocondriale, trasmesso solo dalla madre ai figli, lasciava aperte ancora molte domande rispetto al cromosoma Y di linea maschile. Per chiarire il destino del repertorio genetico materno, quindi, i ricercatori hanno incrociato il suo profilo con quello di 1077 campioni moderni. Proprio questa comparazione (svolta tecnicamente su una linea materna denominata K1f) ha stabilito che questo patrimonio si è estinto.

A questo punto, però, gli studiosi dell’Accademia Europea hanno cercato di chiarire l’origine del dna materno. L’ipotesi più probabile è che si sia sviluppato in una popolazione delle Alpi che poi non ha avuto particolari progressi demografici.

Lo studio, oltre a fornire una curiosa presenza di Ötzi nel mondo moderno, serve principalmente come supporto alle analisi dei mutamenti demografici dell’Europa a partire dal Neolitico. Un contributo molto prezioso.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità