BOLZANO

La posta? Dal 2017 solo 3 giorni in settimana

Dorfmann: «La legge di stabilità salva solo 7 Comuni in Alto Adige: una follia». Plangger sta trattando con l’Agcom


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Dal gennaio 2017 Poste italiane intende consegnare la corrispondenza, anche in gran parte dell’Alto Adige, solamente tre giorni alla settimana al posto dei cinque attuali. «Una situazione assurda e inaccettabile - sottolinea l’eurodeputato della Svp Herbert Dorfmann - che nel nostro caso interesserebbe oltre il 50 per cento dei residenti. Fatti due conti, in base ai criteri fissati dal Governo e contenuti nella legge di stabilità 2015, si salverebbero solamente sei o sette Comuni altoatesini. E oltre cento rischiano di essere fortemente penalizzati».

In realtà la Commissione europea ha già fatto intendere che la misura - così come è stata varata - non potrà essere messa in pratica. Dovranno essere adottati, perlomeno, alcuni correttivi. «Finora le uniche eccezioni alla consegna universale della posta in Europa, ovvero cinque giorni su sette, sono state fatte solamente per alcune isole greche. E ciò ha indotto la Commissione europea a richiamare l’Italia».

I politici altoatesini stanno trattando su due piani, a Roma e a Bruxelles.

«Il collega Albrecht Plangger sta curando in particolare i rapporti con l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che finora ha sposato la linea del Governo senza tenere conto delle conseguenze per centinaia di Comuni di piccole e medie dimensioni, mentre io continuerò a battermi a Bruxelles per il rispetto del regolamento europeo che non ammette tagli di questo tipo ad un servizio che riteniamo essenziale».

I tempi per intervenire ci sono ancora, anche se il Governo non sembra intenzionato a tornare sui suoi passi e a cancellare un provvedimento che è già legge. «Vanno assolutamente modificati - sottolinea Plangger - i criteri che Poste italiane hanno identificato e posto alla base di questa strategia. Farò tutto il possibile per far cambiare idea al Governo e tutelare la nostra provincia». Per Dorfmann «alla base della decisione potrebbe esserci la quotazione di Poste italiane in borsa, ma ciò non giustificherebbe di sicuro la decisione».

Il timore, da parte dei politici altoatesini, è che si arrivi ad un ulteriore impoverimento del servizio dopo la chiusura negli ultimi anni di diversi sportelli periferici: da San Paolo di Appiano a Pineta, senza dimenticare Laghetti di Egna.

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