La promessa: svolta su cultura ed economia

La relazione sulla finanziaria: «Manderemo in archivio la divisione tra i gruppi linguistici»



BOLZANO. È di 5,1 miliardi di euro il bilancio per il 2014 che il presidente provinciale Arno Kompatscher metterà al voto in consiglio provinciale a partire da martedì prossimo. Nella sua relazione il presidente provinciale ricorda i punti salienti. Si parte dai 93 milioni di euro di sgravi, cui vanno aggiunti «nuovi strumenti di sostegno». La no-tax area sull’addizionale Irpef «consentirà a tutti i contribuenti di avere un portafoglio leggermente più pesante: questi 33 milioni di mancate entrate fiscali potranno spingere in alto i consumi». Sull’Irap è prevista una minore pressione fiscale sulle imprese di 5 milioni di euro, «da aggiungere agli 85 milioni di sgravi sull’Irap concessi in precedenza». Con l’Imi, ricorda, debutta l’imposta municipale sugli immobili, i cui problemi e contenuti «possono essere discussi e risolti direttamente a Bolzano» grazie alla nuova competenza provinciale. A questo punto Kompatscher affronta il tema dei sacrifici. «Se si punta sugli sgravi fiscali, bisogna mettere in conto minori entrate e con meno risorse non si possono garantire le stesse prestazioni. So che i tagli ai contributi fanno parte di quella serie di argomenti non particolarmente amati dai politici. Alla base c’è dell’altro. C’è la nostra decisione di fondo di dare più spazio agli individui, concedere loro più margini di manovra e di farlo con gli sgravi». Kompatscher torna sullo stop ai contributi all’economia, settore su cui pesano richieste inevase per 350 milioni: «Abbiamo deciso di imporre uno stop per riuscire almeno a venire a capo di quanto promesso negli anni scorsi. Allo stop ai contributi si aggiungerà «la completa revisione di tutto il sistema degli incentivi all’economia». Accanto ai tagli, ci sono i settori lasciati intatti, sottolinea Kompatscher, «perché li consideriamo strategici». Così il welfare, l’istruzione, la formazione, l’innovazione e l’export». Il capitolo autonomia guarda a Roma, alla richiesta della clausola di salvaguardia nella riforma costituzionale: «Non pensare solo a difendersi, ma giocare anche in attacco, utilizzare la riforma per ampliare l’autonomia con nuove competenze». Sull’energia si attendono i risultati del gruppo di esperti «che dovrà indicare la via verso una regolamentazione sostenibile per produzione e distribuzione di energia elettrica, nonché le possibilità di una regolamentazione incontestabile dell’assegnazione delle concessioni». È prevista una legge sulla cultura. «La nostra società è profondamente cambiata, ma la politica culturale continua a basarsi sulle fondamenta legislative degli anni Cinquanta, in cui il conflitto etnico era l’elemento pregnante». La conseguenza, ricorda, è stata una politica culturale costruita sul «quanto più ci dividiamo...», che « è rimasta fino ad oggi». La nuova legge sulla cultura punta «alla rinuncia definitiva al principio della separazione dei gruppi linguistici».













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