La Provincia ai precari: «Assumiamo già dal 2008»

La Sovrintendenza replica ai docenti: cattedre di ruolo quando l’Italia era ferma Non tutti gli iscritti in graduatoria come supplenti decidono di accettare l’incarico


di Alan Conti


BOLZANO. «È vero che adesso c'è una discrepanza tra la scelta del governo e quella della Provincia ma ricordiamoci che per moltissimi anni è stata la nostra amministrazione l'unica in Italia a fare assunzioni». La sovrintendenza scolastica italiana non ci sta a farsi trascinare sul banco degli imputati dagli insegnanti precari e reagisce alle accuse dai docenti che minacciano class action legali contro le delibere della giunta provinciale. Lo fa con il direttore dell'ufficio assunzione del personale docente Giorgio Danieli. Il motivo del contendere è il mancato recepimento da parte di Palazzo Widmann della parte del decreto “Buona Scuola” che impone l'esaurimento delle graduatorie dei supplenti con l'assunzione a tempo indeterminato. Tutta Italia ha provveduto, l'Alto Adige ha deciso di continuare per la sua strada con immissioni in ruolo calibrate e graduatorie sempre presenti. «Gli insegnanti contestano, ma dimenticano di dire che da quasi dieci anni nessuno in Italia assumeva a tempo indeterminato. La nostra Provincia, invece, ha continuato ad immettere insegnanti di ruolo secondo la necessità. Non solo, dal 2008 abbiamo anche aggiunto la formula dei Dops ovvero delle assunzioni a tempo indeterminato senza la certezza di una sede. Una condizione transitoria che ha portato poi tutti ad avere una scuola di riferimento».

Lo strumento su cui insiste il consigliere provinciale Alessandro Urzì per convincere la Provincia a togliere dal precariato 250 docenti precari.

«Ci sono dei calcoli che determinano la necessità di insegnanti. Non è una stima che facciamo alla leggera», puntualizza Danieli. «A febbraio viene stilato un organico di diritto basato sul numero di alunni, le necessità orarie di una singola materia nelle varie scuole e i pensionamenti. Se abbiamo un fabbisogno di 20 cattedre di matematica, per esempio, e abbiamo 21 docenti di ruolo è evidente che non possiamo assumere nessuno. Se invece ne abbiamo solo 18 perché 2 vanno in pensione allora è verosimile che si vada incontro a 2 nuove assunzioni se non abbiamo trasferimenti di altri due insegnanti di ruolo. A luglio, poi, certi calcoli vengono rifatti inserendo anche le cifre dei bocciati ed eventuali inserimenti di alunni stranieri o in arrivo da altri territori. Otteniamo così l'organico di fatto che viene però completato attingendo alle supplenze». I precari, però, rimangono gli unici in Italia e adesso rischiano con il meccanismo dei trasferimenti.

«Circa il 20% degli iscritti alle graduatorie alla fine lavora. Certo, dipende anche dal tipo di offerta e dai posti disponibili per ogni classe di concorso, ma è un dato da tenere in considerazione».













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