La Provincia: «Col redditometro Roma frena gli aiuti alle famiglie»

Critelli (Politiche sociali) contro il progetto di sostituire il locale Durp con l’Isee nazionale «Sarà più difficile ottenere contributi, non si può equiparare l’Alto Adige alle altre regioni»


di Marco Rizza


BOLZANO. Se andrà in porto il nuovo progetto del governo di applicare il «redditometro» Isee, cioè il sistema di calcolo nazionale, su tutto il territorio nazionale e anche per le prestazioni sociali, scavalcando il Durp provinciale, «ci saranno profondi cambiamenti per tante persone, e in linea di massima saranno cambiamenti in peggio» perché «l’Isee è pensato per tutta l’Italia, dove in media i redditi sono più bassi che da noi». Ciò significa che l’accesso alle prestazioni sociali - dai contributi per la casa alle rette per le case di riposo o le mense, ecc. - sarebbe possibile a meno altoatesini rispetto a oggi. Luca Critelli, direttore della ripartizione Famiglia e politiche sociali della Provincia, conferma i timori espressi dalla Cgil. «In sé la volontà di riformare l’attuale Isee è positiva - dice -, si tratta di uno strumento superato».

Allora perché allarmarsi?

Tutti pensavamo che si trattasse solo della ridefinizione dell’Isee per le prestazioni statali, invece si annuncia l’intenzione di applicarlo anche alle prestazioni di Regioni, Province e Comuni. È un bene per quegli enti locali che ancora non avevano uno strumento di calcolo del reddito e del patrimonio. Ma noi lo abbiamo, e anche migliore dell’Isee. Il rischio è vederci imposto uno strumento non deciso a livello localema al quale saremmo vincolati.

Perché il nostro Durp sarebbe uno strumento «migliore» dell’Isee?

Il Durp è più flessibile dell’Isee. Il sistema nazionale ad esempio calcola solo nuclei familiari, noi calcoliamo le singole persone e quindi per prestazioni diverse possiamo strutturare i nuclei familiari in maniera diversa. Inoltre se ci accorgiamo di qualche disfunzione - settori trattati con troppa rigidità o al contrario con troppa leggerezza - possiamo effettuare modifiche al sistema in tempi rapidi, mentre con l’Isee bisognerebbe passare da Roma...

È vero che l’Isee è più restrittivo, cioè permetterebbe l’accesso alle prestazioni sociali a meno persone rispetto al Durp?

Molto probabilmente sì. Al momento possiamo ragionare solo su ipotesi perché non c’è nulla di definitivo, ma è vero ad esempio che lo Stato prevede solo una franchigia per la prima casa mentre da noi c’è l’esenzione. Più in generale l’Isee è uno strumento pensato per tutto il territorio nazionale, quindi per una realtà socioeconomica molto diversa dalla nostra. Nelle altre regioni i redditi sono più bassi, quindi è chiaro che i livelli d’accesso alle prestazioni sociali devono essere diversi che da noi, altrimenti si offrirebbero contributi al 70% degli italiani... Questo è il vero problema della via centralistica scelta dal governo: uno strumento uguale per trattare situazioni diverse.

Per altro il ricorso al Durp sarà ulteriormente esteso...

Sì, oggi lo si usa tra l’altro per gli assegni familiari e l’assistenza economico sociale, ma il programma prevede che nel 2013 lo si userà anche per l’edilizia, quindi sussidio casa e contributi all’acquisto e alla ristrutturazione, e per i servizi comunali come le mense, l’Estate Ragazzi ecc. Se al posto del Durp ci sarà il più restrittivo Isee i cambiamenti saranno in peggio.

Quali margini di intervento avete per tamponare? Avreste la possibilità di modificare i livelli di accesso alle prestazioni, per compensare la rigidità dell’Isee?

Solo in parte: se a monte mi impongono uno strumento e i suoi criteri, non mi resta molto su cui lavorare. La soluzione migliore è difendere la nostra autonomia, per vie politiche e se serve anche giudiziarie. Intanto la Provincia ha presentato un emendamento al governo chiedendo la salvaguardia del redditometro provinciale.

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