La Provincia: «Pagato a Roma già un miliardo»

I conti del vertice con il ministro Gnudi. E sul tavolo ora i costi locali dello Stato per altri 450 milioni


di Orfeo Donatini


BOLZANO. Giovedì della prossima settimana il presidente Durnwalder e il governatore Dellai si ritroveranno al medesimo tavolo con il ministro per gli Affari regionali Piero Gnudi per avviare il tanto atteso confronto fra autonomie speciali e governo. E la partita sia per Bolzano che per Trento è più che mai aperta.

Le “diplomazie” delle due Province sono da giorni al lavoro per tentare di definire un possibile quadro delle future relazioni finanziarie con Roma, ma le premesse non sono rosee.

Negli ultimi tre anni del resto Bolzano ha già sborsato cifre decisamente impressionanti per contribuire al risanamento dei conti pubblici statali: circa 500 milioni all’anno se ne sono andati dopo la firma del Patto di Milano a seguito del quale per altro non sono mai state approvate le necessarie norme di attuazione; poi con il Patto di stabilità se ne sono andati dalla casse altoatesine altri 350 milioni di euro l’anno (metà in tagli di bilancio e metà con risorse non utilizzate). Ma non è finita qui: con l’insediamento del governo tecnico di Mario Monti infatti sono arrivati almeno tre decreti per far quadrare i conti pubblici e, ad esempio, altri 120 milioni di euro se ne sono andati solo con il “SalvaItalia” . Insomma qualcosa come un miliardo di euro già materialmente pagati dall’autonomia speciale altoatesina che ha reagito con grande compostezza: «Siamo assolutamente disposti a fare la nostra parte - ha sempre sostenuto il presidente Luis Durnwalder - ma è evidente che chiediamo il rigoroso rispetto dello Statuto e del Patto di Milano. Il che significa la concertazione sulle scelte che ci riguardano». Sul piano politico poi l’Obmann della Svp Richard Theiner ha rilanciato con il suo progetto di autonomia integrale tradotto, nel contingente, dal presidente della giunta provinciale nella richiesta di passaggio all’autonomia di tutte le competenze statali operanti sul territorio.

Ma ora, concretamente, quali potranno essere le prospettive nelle relazioni fra le autonomie e il governo? L’impressione è che a Roma nessuno pensi nemmeno di prendere in considerazione la richiesta di nuove competenze e che, al contrario, si stia parlando eventualmente di far assumere alle autonomie i costi delle competenze statali sul territorio . E si starebbe parlando di qualcosa come una cifra compresa fra i 400 e i 450 milioni di euro all’anno. Di certo però questa volta non sembra così semplice da parte di Roma calare la nuova stangata senza mettere nulla sull’altro piatto della bilancia. Questa volta la “lista della spesa” con la quale di solito Durnwalder era solito scendere a Roma sarà composta da richieste procedurali e di rispetto delle regole anche se non mancheranno obiettivi come la cancellazione della riserva erariale che “gira” direttamente alle casse statali quote importanti di contributi locali oppure una maggiore libertà erariale locale anche per rendere almeno più equo l’inevitabile salasso dei cittadini.

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