La Scuola Alberghiera nel convitto di via Fago 

Il progetto della Provincia: il biennio della «Ritz» verrà trasferito a Bolzano al «Damiano Chiesa». In futuro diventerà l’«Accademia del gusto» 


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «Bellissimo palazzo nobilmente "agee", contesto di prestigio, vicino alla prefettura, al centro, nel verde... Va valorizzato». Ecco il ragionamento che, da mesi, stanno facendo in Provincia sul «Damiano Chiesa», lo storico convitto di via Fago. Ma ora il suo percorso è stato definito: -prima tappa: diverrà la sezione bolzanina della scuola alberghiera meranese Cesare Ritz, in particolare del primo biennio; - seconda tappa: convivenza col convitto finché non si sarà individuata una soluzione più funzionale e "contemporanea" anche nella prospettiva della prossima creazione di studentati per l'ateneo; -terza tappa: il Damiano Chiesa diventa "Accademia del gusto", con scuola di specializzazione gastronomico-alberghiera e collegamento con Unibz per poterla dotare anche di un percorso accademico post laurea indirizzato ad un corso, tutt'ora inesistente sul mercato, di "cucina regionale". Ecco cosa attende il convitto. Le prime due tappe sono alle porte. «Pensiamo che in un paio d'anni si possa installare il biennio bolzanino», dice l'assessore Christian Tommasini. L'edificio è di proprietà provinciale, come di ambito «scuola ed istruzione professionale in lingua italiana» è il Ritz di Merano. Perché questo sdoppiamento? Le ragioni sono un paio. La prima: c'è una fortissima richiesta di iscrizione ai corsi. La cucina, anche sulla spinta dei programmi televisivi, sta diventando un “must” per le giovani generazioni. La seconda: l'occupazione è garantita. Tutti i diplomati di Merano trovano subito un posto di lavoro in strutture omogenee rispetto al loro livello di istruzione. La terza: tanti studenti che frequentano il Ritz arrivano da Bolzano e dintorni e, a Merano, sono ospitati in convitto. La soluzione del biennio bolzanino consentirebbe alle famiglie dei ragazzi maggiori opportunità logistiche in un'età complessa come quella tra i 14 e i 16 anni.

«Ecco perché - dicono in assessorato - la sezione bolzanina della scuola alberghiera è un progetto realizzabile in un paio d'anni più che una prospettiva». Quest'ultima, la prospettiva, è legata invece all'«Accademia del gusto» e nasce da esigenze che a Palazzo Widmann considerano strategiche. Una di queste è la necessità di sempre maggiore specializzazione identitaria, in senso accademico, dell'offerta Unibz: la cucina, il cibo, il gusto sono ambiti che le altre università ancora non hanno coperto e dunque un inserimento della forza docente dell'ateneo bolzanino nel nuovo «Damiano Chiesa» andrebbe in questa direzione di eccellenza. L'altro aspetto è più legato all'offerta turistica. Come indicano tutti gli specialisti di cucina e le loro guide, dal Gambero alla Michelin, l'Alto Adige è un territorio straordinario: ha più stelle di ogni altra provincia. Ma, appunto, di straordinario c'è il territorio. La città, a differenza di altri capoluoghi, non offre picchi di eccellenza tali da meritare segnalazioni stellate. Ecco che la presenza di una "Accademia" farebbe da traino rispetto all'offerta gastronomica del capoluogo, attirando qui chef, operatori, specialisti del settore, docenti e giovani in cerca di qualità accademica. Altra considerazione: Bolzano ha una grave carenza di strutture alberghiere. Pensiamo a Merano per fare un rapporto qualità - quantità. Da pochi giorni il Comune ha avviato una ricerca per individuare la possibile convergenza tra potenziali flussi turistici e capacità della città di intercettarli. Stanno nascendo, soprattutto a Bolzano sud, nuovi alberghi ma sono sempre pochi e il loro numero non stimola l'organizzazione qui di grandi eventi. Intanto, il Damiano Chiesa fa le "prove" di questa sua nuova prospettiva: il 10 marzo inizia la "scuola del gusto" una iniziativa gastronomica in cui gli allievi del Ritz, coordinati dalla direttrice Maria Passarella, dialogheranno con i grandi chef in una serata di beneficenza a favore del "Papavero".

Primo ospite Alfio Ghezzi, uno straordinario "due stelle Michelin" della Locanda Margon di Ravina di Trento. Così, per preparare il palato ad un luogo, il convitto, a cui sta cambiando il futuro.













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