Bolzano

La Sovrintendenza: basta gazebo e casette fisse in piazza Walther 

I Beni architettonici hanno bloccato le richieste di alcuni esercenti in vista della prossima primavera. Luigi Scolari: «Semplici plateatici sono stati trasformati in strutture troppo invasive. Nel centro storico serve più sobrietà»



BOLZANO. Piazza Walther è cambiata. Ma per la Sovrintendenza è cambiata troppo. E così, riunione dopo riunione con il Comune, ci si avvia ad una stagione di nuove regole. Molto più rigide. Il modello è Trento, dove i dehor davanti ai bar e ai ristoranti sono spariti e ogni esercizio può disporre all’esterno solo di sedie e tavolini. Al massimo con ombrelloni. Ma in ordine e uniformati.

Ed è dunque il “disordine”, così è definito, nel mirino. E una selva intricata di permessi che, stagione dopo stagione, si sono accavallati creando una geografia amministrativa di difficile gestione. Perché su piazza Walther sono intervenuti gli uffici della tutela dei beni architettonici? La ragione è che la piazza, come d’altro canto altri spazi sensibili del centro sono stati definiti “di interesse storico”. Dunque, dice Luigi Scolari che ne guida l'operatività sul campo, «abbiamo ritenuto di avere voce in capitolo».

Le prime conseguenze si sono già fatte sentire. Nonostante gli iter procedurali delle singole concessioni all’esterno siano ancora in fase di stand by, infatti, alcune richieste in vista della primavera sono state bloccate. In Sovrintendenza hanno chiaro il quadro: nel corso degli anni le estensioni verso l’esterno dei bar - ristoranti hanno smesso di essere dei semplici plateatici per trasformarsi in strutture complesse, in molti casi fisse, con architetture metalliche in grado di riprodurre all'esterno il comfort degli interni.

«Non voglio che si creda a conclusioni affrettate - commenta l'architetto Scolari - perché sono consapevole che si tratta di situazioni sensibili che toccano interessi economici e gestioni consolidate nel tempo, ma la situazione è quasi al limite: ci sono in piazza strutture tecnologicamente molto invasive, che a volte raddoppiano negli spazi esterni quelli dell'interno, che offrono riscaldamento, protezione dal vento, tettoie molto visibili. Insomma, sono quasi delle case...».

È questa evoluzione urbanistica ad essere stata oggetto di una lunga riflessione in questi giorni in sinergia tra Beni architettonici, uffici comunali del Patrimonio e uffici che si occupano di occupazione del suolo pubblico. Una deriva che non riguarda l'allargamento delle concessioni per gli spazi esterni che è giunta come conseguenza della pandemia e del lockdown ma riguarda proprio nello specifico l'uso della piazza storica.

«Non è possibile far tornare il Walther a un secolo fa - spiega ancora Scolari - ma non è altrettanto possibile insistere su una sua occupazione molto invasiva e in controtendenza rispetto alla nuova sensibilità che si avverte ovunque e che punta a preservare quanto più possibile l'immagine dei luoghi storici».

Su questo piano pare siano intervenuti anche supporti da parte della componente tradizionale del commercio nel centro storico ma, in ogni caso, la situazione è ancora fluida perché gli interessati ad una possibile stretta dei regolamenti sull'estetica di piazza Walther hanno chiesto spiegazioni al Comune. E dicono in sostanza una cosa: se mai si dovessero rivoluzionare le regole dateci il tempo di adeguarci e di ammortizzare gli investimenti fin qui effettuati. Tuttavia, pare che lo stesso Comune, il quale negli ultimi anni aveva rilasciato sempre più a fatica permessi per la riqualificazione e la reinstallazione dei dehors, sia dell'avviso che un qualche riordino vada fatto.

La differenziazione tra esercizi, che per alcuni è il sale dell'attrattività della piazza, è infatti sempre più visibile. E se il modello di riferimento è Trento e se, d’altro canto, la Sovrintendenza intende estendere la sua “voce in capitolo” anche ad altre piazze storiche del centro, Bolzano si avvia ad una stagione di cambiamenti in senso conservativo molto in profondità. P.CA.













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