La spedizione all’Artico visitata dalle volpi bianche

Reinstadler e compagni sono rientrati dall’avventura in Groenlandia «È stata un’esperienza straordinaria nonostante tre giorni di nebbia e neve»


di Ezio Danieli


SOLDA. Stavolta è andata bene. Spedizione in Groenlandia riuscita anche se è rimasto qualche rammarico dovuto in particolare alle avverse condizioni meteo. Ma i quattro altoatesini - Markus Reinstadler ed il figlio David, Stefan Reinstadler di Solda e Giorgio Gajer di Bolzano - sono stati più fortunati di due anni fa quando prima il vulcano islandese e poi il vento fortissimo li aveva costretti a sospendere anzitempo l'obiettivo.

I sei giorni a loro disposizione sono stati intensi. Soprattutto i primi tre perché poi è arrivato il maltempo. I quattro hanno deciso di attraversare il fiordo Kong Oscars Havn completamente coperto di ghiaccio; poi hanno proseguito per il Qordlortog. I pernottamenti sono stati in tenda con temperature esterne fra i meno 20 ed i meno 25. Volpi bianche nella notte hanno fatto visita ai quattro altoatesini che hanno incontrato anche orme di orsi bianchi. Il terzo giorno, visto il rapido peggioramento del tempo, la decisione di rientrare alla Red House di Robert Peroni, altoatesino che da anni vive proprio in Groenlandia. Per questa fase i quattro hanno deciso di attraversare il Proestefjeld. «E' stata una decisione saggia - ricordano Markus Reinstadler e Giorgio Gajer - visto che in seguito una fitta nebbia, neve e lo scioglimento del ghiaccio del fiordo ci hanno accompagnati per tutto il periodo».

Nei tre giorni che rimanevano loro, rispetto al programma prestabilito, sono riusciti a salire su una cima nei dintorni di Tassilaq «per dare - hanno raccontato al loro ritorno - un ultimo sguardo ai primi iceberg. Siamo tornati soddisfatti ma non del tutto appagati - hanno detto al loro rientro in Italia - perché in Groenlandia è la Natura che comanda. Il motto della spedizione era: tutto, ogni cosa piccola o grande, diventa Avventura se condivisa con le persone giuste». Così è stato.

«Ed è proprio per questo - conclude Markus Reinstadler alla sua sesta spedizione in Groenlandia - che il bilancio stavolta è decisamente positivo. Certo se il tempo ci avesse dato una mano, sarebbe stato decisamente meglio».

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