La storia di Johann il commerciante più forte del cancro



BRESSANONE. Cancro. Aveva solo 49 anni, Johann Astner, noto commerciante brissinese, quando i medici dell'ospedale di Bressanone gli diagnosticarono un cancro al colon-retto. Una parola di due sillabe che inizialmente gettò nella disperazione non solo lui, ma anche la moglie Monika e i quattro figli adolescenti. Poi, dopo i momenti di prostrazione, la paura della morte, Hans Astner trovò il coraggio, la forza per lottare, per opporsi alla malattia. E alla fine, grazie al sostegno psicologico della famiglia, all'aiuto dei medici, ce l'ha fatta. Dopo un lungo intervento chirurgico, un anno di chemioterapia e sei mesi da stomizzato, ora Astner sta bene. Dal momento della diagnosi sono trascorsi otto anni, viene sottoposto a controlli annuali, ma della malattia non c'è più traccia. «Se oggi racconto la mia storia è solo per dare una speranza a chi si ammala di cancro - spiega Hans Astner, che per anni è stato fiduciario dell'Unione - Non è stato facile. Nel 2004 ero tutto sommato ancora giovane, avevo 49 anni, non pensavo di potermi ammalare e quando i medici pronunciarono la parola cancro per un attimo pensai di vivere un incubo. Furono momenti difficilissimi. Mia moglie ed i miei quattro figli erano spaventati. Io stesso pensai "ecco, è finita". Ma poi decisi di lottare, e devo dire che senza la mia famiglia forse non avrei affrontato la malattia con il coraggio e la forza psicologica che alla fine hanno avuto la meglio sul cancro». Hans Astner fu operato dall'equipe medica dell'ospedale di Bressanone. L'intervento per asportare il tumore riuscì bene, gli applicarono uno stoma, il cosiddetto "sacchetto" per la raccolta delle feci che permette al tratto di intestino di cicatrizzarsi, e iniziò il lungo ciclo di chemioterapia. Un anno di cure forti, tramite flebo, che sopportò con forza. «Ho lottato come un leone, sottoponendomi a sedute di chemio che mi lasciavano stremato - continua Astner - Il ciclo è durato un anno e convivere con gli effetti della chemio e per sei mesi con il "sacchetto" è stato difficilissimo. Ero stanco, ma il lavoro nel negozio doveva andare avanti, e se non ci fossero stati moglie e figli forse avremmo dovuto chiudere. Ora, grazie a Dio, posso guardare al passato con serenità. Sto bene, mi sento nuovamente un uomo in salute e anche se devo sottopormi ogni anno a controlli affronto il tutto con ottimismo. Sento di essere guarito e quindi desidero essere un esempio per i tanti che si ammalano. Non vi abbattete, lottate, il cancro si può vincere. Io ne sono la prova». Il ruolo della moglie Monika è stato fondamentale. «Se una chi si ammala ha un compagno forte e affettuoso supera ogni cosa - conclude Astner - Mia moglie mi è sempre stata vicina, non mi ha mai fatto sentire un uomo a metà, ammalato, e quindi le dico grazie. Con il cuore. La mia vita è cambiata, oggi sono un uomo nuovo, ho conosciuto il dolore e la malattia e quindi non posso che vivere con gioia ogni momento».

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