La Svp a caccia di fondi, servono i soldi degli iscritti

Cancellato il finanziamento pubblico, via Brennero chiederà il 2 per mille ai soci Priorità per il 2017: ridurre il debito con meno personale e vendere gli immobili



BOLZANO. Per la Svp è iniziata la corsa contro il tempo per ridurre al massimo il proprio debito di quasi 5 milioni entro il 2017, anno in cui cesserà del tutto il finanziamento pubblico ai partiti. E per quella data, ma in parte già a partire da quest’anno, la Svp dovrà riuscire a camminare con le proprie gambe. Senza entusiasmo, i deputati della Svp questa settimana hanno votato la legge che cancella il finanziamento pubblico ai partiti. «Il finanziamento non dovrebbe dipendere esclusivamente dalla liberalità dei privati, ma dovrebbe garantire un ruolo pubblico dei partiti nel sistema democratico», ha spiegato in aula Albrecht Plangger. La legge comunque c’è e la Svp ha studiato la strategia per la sopravvivenza. Nel 2017 il finanziamento pubblico cesserà del tutto e verrà sostituito dalla contribuzione diretta dei cittadini attraverso il 2 per mille della dichiarazione dei redditi e donazioni fino a 10 mila euro (detratte dalle tasse). Daniel Alfreider, deputato e vice Obmann della Svp, spiega che per un partito da 50 mila soci, capace di una tale fidelizzazione tra i cittadini, la strada è praticamente obbligata: «Punteremo soprattutto sul 2 per mille, attraverso la sensibilizzazione dei nostri iscritti e della popolazione . È il meccanismo più semplice per garantire il nostro finanziamento e inizieremo presto una campagna, perché il finanziamento pubblico verrà notevolmente tagliato già quest’anno». Accanto al 2 per mille la Svp punterà anche sulle donazioni, «che possono essere appetibili perché detraibili e possono partire da cifre anche basse», aggiunge Alfreider. Il passaggio è comunque brusco, ammette Alfreider. Dieci anni fa la Svp otteneva più di un milione di euro all'anno di finanziamento pubblico. «Nel 2014 arriveranno solo 400 mila euro, per annullarsi del tutto nel 2017», ha ricordato di recente il segretario organizzativo Martin Alber. «Certamente siamo preoccupati e dalla prossima settimana dovremo iniziare a ragionare sul piano discusso all’ultima assemblea dei nostri responsabili locali», anticipa Alfreider. Due le offensive: avviare il sistema di finanziamento attraverso il sostegno dei cittadini e ridurre il debito. In una recente seduta della Parteileitung è stato deciso di ridurre il personale di un terzo, aumentare i contributi al partito da parte degli eletti e vendere una parte del patrimonio immobiliare, come la sede di Brunico. Il personale sarà ridotto (senza licenziamenti) dalla ventina di dipendenti a 13. Se gli eletti un tempo versavano 10 mila euro al partito, oggi la somma è sui 25 mila euro. Sono scesi anche i contributi che lo Stato dava al giornale di partito «Zis». Nel 2004 da Roma arrivavano circa 750 mila euro l'anno, nel 2013 la cifra si è ridotta a 183 mila euro. (fr.g.)

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