La Svp: nessun patto nazionale con il Pd 

Achammer: «Senza premio di maggioranza l’alleanza non serve». Trattative con i Dem sui collegi Bolzano-Bassa Atesina



BOLZANO. Strette di mano, incontri, rapporti eccellenti con Renzi, ma la Svp alle elezioni politiche non stringerà una alleanza nazionale con il Pd, come fu nel 2013. Ci dovrebbe essere invece l’accordo locale con il Pd (ed eventuali alleati) sui collegi Bolzano-Bassa Atesina di Camera e Senato. Accordo molto probabile, ma non scontato. Soprattutto non è scontato che alla fine ci saranno due candidati italiani sia alla Camera che al Senato. La linea politica della Stella alpina ormai è definita. La Parteileitung ha dato mandato all’Obmann Philipp Achammer e al presidente Arno Kompatscher di avviare il dialogo, riferisce Achammer, «con i possibili partner per un accordo territoriale sull’autonomia». La legge elettorale del Rosatellum «non prevede il premio di maggioranza, una alleanza nazionale non è quindi necessaria per noi», spiega Achammer, che ieri pomeriggio ha parlato al telefono con il neo segretario del Pd Alessandro Huber, concordando un appuntamento. Huber intende muoversi già a livello di delegazioni, dice, visto che i tempi sono stretti, «vorrei che ci fosse anche il sottosegretario Gianclaudio Bressa». La Svp torna dunque blockfrei, per la gioia di chi nel partito ha sempre vissuto con disagio l’alleanza con il Pd. Una decisione giudicata inevitabile anche in vista di uno scenario post elezioni diviso in tre blocchi: centrosinistra, centrodestra, M5S. Ma Achammer pesa le parole: «In fondo anche prima del 2013 c’era sempre un accordo territoriale, sia provinciale che regionale. Con il Patt è già previsto, mentre a livello provinciale discuteremo con chi ha dato prova di lavorare e credere nell’autonomia. Non sono poi molti, alla fine. Di certo non la destra». Parola d’ordine, non enfatizzare la linea blockfrei. Così il presidente Arno Kompatscher: «Se una alleanza nazionale non serve, è opportuno attenersi ad accordi locali». Nel Pd incassano senza drammi. «Sono convinto che si tratti di una decisione legata alla legge elettorale», dice Huber, che sul web annuncia così l’incontro con la Svp : «Mi confronterò con la gentilezza dell'educazione e la fermezza di chi crede nell'importanza dei principi del Pd, da promuovere e da difendere».

Il punto è questo: sganciati da un accordo nazionale con il Pd, nella Svp prevarrà chi punta ad avere almeno un proprio candidato, alla Camera o al Senato, nel collegio Bolzano-Bassa Atesina? Dieter Steger, Obmann della Svp di Bolzano, risponde: «La Svp è un partito responsabile. Sappiamo come muoverci e siamo consapevoli che in Parlamento serva una adeguata rappresentanza italiana, con parlamentari legati all’autonomia». Lo schema di gioco discusso con il Pd sui collegi Bolzano-Bassa Atesina vede Gianclaudio Bressa candidato al Senato e Francesco Palermo in corsa alla Camera (non c’è ancora il suo via libera). Se uno dei due nomi venisse meno, sarà ancora più complicato tenere a freno le spinte di chi chiede di «non votare più un italiano», come viene detto. Se Svp e Pd dovessero correre ognuno con un proprio candidato, il centrodestra potrebbe aver qualche chance di vittoria nel collegio Bolzano-Bassa Atesina. Infatti Michaela Biancofiore (Forza Italia) chiederà un incontro ad Achammer: «Per essere consequenziale e credibile la Svp dovrebbe correre da sola sia sul proporzionale che nei collegi uninominali di Bolzano-Bassa Atesina, non alterando la competizione all’interno della comunità italiana, nella quale il centro destra è netta maggioranza». Huber anticipa: «Il Pd punta ad avere l’accordo con la Svp per avere un candidato di lingua italiana sia alla Camera che al Senato». La Svp ha convocato il Parteiausschuss l’11 dicembre: lì verranno decise le regole e la data delle primarie sui candidati della Stella Alpina. Per quel giorno il quadro delle alleanze dovrà essere definito. (fr.g.)

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