La Svp: sì alla Consulta paritetica

Il capogruppo della Stella alpina: Si deve arrivare ad un traguardo condiviso avviando un dialogo in consiglio provinciale



BOLZANO. Sulla toponomastica giungono segnali di disgelo. «Il disegno di legge che ha presentato la Svp non è il Vangelo, è una base di discussione», afferma il presidente Durnwalder. «Si tratta di approfondire la materia e trovare una soluzione condivisa dai gruppi linguistici, o almeno dalla maggioranza di italiani, tedeschi e ladini», sottolinea il capogruppo Svp, Elmar Pichler Rolle.

Quest’ultimo è disponibile ad aprire sulle richieste del Pd, come una diversa composizione della Consulta cartografica provinciale che deve decidere sui toponimi, oppure anche sui criteri riferiti all’uso degli stessi. Sono caute aperture che avranno modo di dispiegarsi più a fondo in commissione legislativa, quando il ddl prenderà la sua strada istituzionale e poi nell’aula del consiglio provinciale.

Luis Durnwalder si dice contento per il contributo di 40 mila euro che il Cai riceverà dal governo, mentre sulla questione della scadenza delle concessioni per 24 rifugi di montagna, prevista nel 2010, la proposta del presidente altoatesino è quella di una gestione in comune tra Cai, Alpenverein e Provincia stessa.

LEGGE PROVINCIALE. Il disegno di legge presentato dalla Svp prevede l’istituzione del Repertorio toponomastico provinciale - non solo la quota parte relativa alla segnaletica di montagna - e della Consulta cartografica, col compito di decidere sui nomi e sui criteri di rilevazione. Nel ddl è prevista la composizione proporzionale della consulta, con 3 componenti del gruppo tedesco, un italiano ed un ladino. Per il Partito democratico la commissione dovrebbe essere paritetica. Un punto su cui si potrà discutere in consiglio provinciale, come afferma Elmar Pichler Rolle.

«Quando ho iniziato il lavoro sul disegno di legge, pensavo che nel clima incandescente in cui si discuteva di toponomastica, ovvero fino a poche settimane fa, fosse impossibile tenere i nervi saldi e cercare una soluzione di buonsenso, poi ho visto nelle dichiarazioni delle forze politiche la volontà di provare ad avviare un dialogo», sottolinea il capogruppo Svp.

«Si tratta di trovare una strada che sia giuridicamente corretta, tenendo in considerazione Costituzione, Statuto di autonomia, leggi nazionali e internazionali, per arrivare ad un traguardo equo, condiviso dai gruppi linguistici, almeno alla maggioranza di ognuno di loro», ancora Pichler Rolle. Il ddl andrà in commissione legislativa nel mese di settembre. «Dobbiamo essere consci che la legge non accontenterà mai tutti», chiude il capogruppo Svp.

«Il testo del ddl non è il Vangelo, ma una base per discutere e lo spazio per fare questo è dato dalla salvaguardia dei principi, anche se sarà difficile che qualche consigliere perda il vizio dell’ostruzionismo», spiega Luis Durnwalder. «In questi giorni di ferie giro per la Pusteria, dove ci sono tanti turisti italiani. A loro non interessa tanto avere il toponimo in italiano, quanto piuttosto l’indicazione nella loro lingua del rifugio, piuttosto che della malga», evidenzia il presidente altoatesino.

CONTRIBUTO AL CAI.
Il Cai Alto Adige riceverà dal governo 40 mila euro per la sua attività associativa. «Sono contento che al Cai arrivi questo denaro», dice Durnwalder. Nessuno taglierà contributi provinciali per questo. «Piuttosto dovendo mettere a bilancio quella somma, probabilmente diminuirà il deficit dell’associazione e quando si chiederanno contributi alla Provincia, si riceveranno meno soldi», sottolinea il presidente della giunta altoatesina.

RIFUGI DEL CAI.
A fine anno scadrà la concessione per 24 rifugi gestiti attualmente dal Cai (sezioni altoatesine o del resto d’Italia). Si tratta di immobili passati dallo Stato alla Provincia a fine anni Novanta. «Stiamo trattando e aspetto ancora una proposta definitiva. Secondo me la scelta migliore sarebbe quella di una società mista composta da Cai, Alpenverein e Provincia, decidendo insieme quale sia la ragione sociale, se una cooperativa piuttosto che una società - spiega Durnwalder - con spese ordinarie a carico dell’ente e straordinarie a carico della Provincia».

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