La Svp sceglie solo il Pd come partner

Passa a larghissima maggioranza la proposta di Kompatscher e Theiner: «Troppo rischioso aprire ad altri partiti»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Svp sceglie ancora il Pd come partner unico di coalizione. È con i democratici che verranno avviate le trattative per costituire la giunta provinciale, la prima guidata da Arno Kompatscher. Nessun allargamento di maggioranza verso Freiheitlichen e Verdi, che promettono una opposizione senza sconti.

La decisione del Pd è arrivata ieri pomeriggio dal Parteiausschuss, il parlamentino della Svp. Ancora una volta il partito riesce a sorprendere per come è in grado di prendere le proprie decisioni. La proposta di Kompatscher e dell’Obmann Richard Theiner di scegliere il Pd come interlocutore unico è stata messa ai voti. 83 votanti, 82 sì, un astenuto. Si può chiamare unanimità. La discussione su altre ipotesi c’è stata, ma prima. Ieri pomeriggio durante la seduta, 24 interventi sulla proposta di Kompatscher e si contano sulle dita di una mano le richieste di valutare altre maggioranze. «Si è parlato prima, quando era il momento», conferma la vice Obfrau Martha Stocker, «organizzarsi bene è metà dell’opera».

La Svp sceglie di proseguire con l’alleato già sperimentato, spiega Kompatscher, «con cui c’è stata una buona collaborazione nella scorsa legislatura, con cui si stanno ottenendo risultati importanti a Roma, con cui c’è condivisione piena sul percorso dell’autonomia».

Non ancora deciso se la giunta sarà a sette, otto o nove, ma che il Pd avrà un solo assessore è ormai assodato. La Svp sceglie una maggioranza stretta a 19 (17 Svp, 2 Pd), in cui il Pd avrà più diritto di parola rispetto ai tempi perduti della maggioranza assoluta. È uno dei nervi scoperti e Theiner avverte: «Questo non significa che il Pd potrà chiederci qualsiasi cosa». La scuola è uno dei nodi. Il Pd spinge per più plurilinguismo nelle classi, Kompatscher ribadisce: «Ci sono posizioni diverse, la Svp non potrà abbandonare i propri principi. Cercheremo una soluzione».

Kompatscher promosso. Dopo le 81 mila preferenze, quella di ieri è la seconda vittoria piena di Kompatscher. La sua proposta, condivisa dall’Obmann e costruita grazie a fidati alleati nel partito (come Martha Stocker), passa con consenso totale. Sorpreso degli 82 sì? «Contento», risponde.

Le ipotesi scartate. Dopo la votazione e prima della conferenza stampa Kompatscher è corso a telefonare a Ulli Mair (Freiheitlichen) e Brigitte Foppa (Verdi). Ha spiegato le ragioni della scelta e anticipato: «In consiglio provinciale intendiamo rafforzare la collaborazione con i partiti di opposizione». Le buone idee, aggiunge, non hanno colore. «L'esito delle elezioni va preso sul serio e interpretato proprio in questo senso». L’altra opzione era allargare la maggioranza a partiti come Freiheitlichen e Verdi, rafforzati alle provinciali. Non è un rischio lasciare alla opposizione i Freiheitlichen, arrivati ormai a sei consiglieri? «Il rischio sarebbe portarli in maggioranza», risponde Kompatscher riassumendo la sua idea e molti dei ragionamenti usciti nella seduta, «Siamo un partito di raccolta e vogliamo rappresentare tutti gli aspetti della società. Portare dentro la maggioranza quelle forze significherebbe rinunciare a questo nostro diritto di rappresentanza. Il nostro obiettivo è garantire un governo stabile e recuperare tra cinque anni la maggioranza assoluta, ritrovando gli elettori persi».

Roma decisiva. Nella scelta tra gli alleati la differenza l’ha fatta Roma, il governo Letta. Senza la competenza provinciale sui tributi locali inserita nella legge di stabilità, conferma il senatore Karl Zeller, «oggi ci sarebbe stato un risultato diverso».

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