La torre cinese è tornata all’antico splendore

Il restauro compiuto da Comune e Provincia è costato oltre 100 mila euro Domani l’inaugurazione ufficiale con diverse manifestazioni di contorno


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Profumi e atmosfere di un oriente lontano. Lontano nel tempo, ancor più che nei luoghi. La cerimonia di domani, che riconsegnerà alla città l’antica torre cinese del giardino vescovile, sarà un’occasione unica per conoscere un pezzo di storia brissinese e scoprire come mai, in mezzo alle Alpi, esista da centinaia d’anni una struttura legata alla terra della Grande Muraglia. Pochi sanno, infatti, che assai prima della globalizzazione, e più precisamente nel XIX secolo, la Cina invase pacificamente l’Europa con tappeti, arredi, mobili, vasi, ceramiche e qualsiasi tipo di manufatto. Lo stile cinese andava per la maggiore, insomma, e Bressanone non fu insensibile al fascino delle “cineserie”.

La storia. E così, su uno dei due edifici costruiti nel 1595 agli angoli esterni (quello a ovest per la precisione) del muro di recinzione del frutteto per volere del cardinale Andrea d’Austria, nel secondo decennio del XIX secolo, per volere del vescovo Carlo Francesco Lodron, vennero realizzati il classico tetto a pagoda e dipinti interni in tipico stile cinese. L’altra torre, invece, restaurata tempo fa, fu trasformata in una struttura giapponese.

Il restauro. Il passare dei decenni s’era fatto sentire sulla struttura e così, Comune e Provincia, alle prese con un assai più vasto e oneroso progetto di sistemazione del Giardino vescovile, hanno capito che il restauro delle due torrette era urgente. prima è toccato a quella giapponese e ora anche la cinese è tornata all’antico splendore. I lavori sono costati complessivamente oltre 100 mila euro e alla festa d’inaugurazione non ci si limiterà al taglio di un nastro. No, a margine della cerimonia sono stati organizzati degli eventi che consentiranno ai presenti di calarsi nelle atmosfere orientali.

Il contorno. E stata allestita una mostra del tutto particolare, infatti, organizzata nell'ambito del progetto interculturale d’arte “Open City Museum”: un percorso d’arte nel cortile del palazzo e nei giardini vescovili dal titolo »Momenti di vita tra la Cina e l'Alto Adige», con opere dell’autore brissinese  Giovanni Melillo e una proiezione video con immagini tratte dal progetto «Beijing Silvermine» del collezionista francese Thomas Sauvine, in collaborazione con l’artista cinese Lei Lei. Il percorso all’interno dell’esposizione include la visita della sala cinese con dipinti da parete di Franz Altmutter, cui lo stesso vescovo Lodron affidò la decorazione del Gabinetto vescovile.

L'inaugurazione della torre, inoltre, prevede una cerimonia del Tè, con una maestra dell’associazione italiana ADeMaThè che inviterà tutti ad assistere e partecipare all’autentica cerimonia del tè cinese. In programma, poi, c’è anche un concerto orientale e il lancio di lanterne volanti, simbolo di festività nella cultura cinese. Appuntamento, quest’ultimo, cui sono invitati soprattutto i bambini.

Alla cerimonia, tra le varie autorità comunali e provinciali, presenzierà anche la dirigente dell’ufficio beni architettonici e artistici Waltraud Kofler Engl che racconterà la storia della torre cinese ma anche di quella giapponese, situata sul lato opposto e già restaurata, in vista dell'apertura al pubblico dei Giardini vescovili.

Il progetto. Il progetto per il restyling della storica area prenderà il via ufficialmente tra pochi giorni. all’inizio del prossimo mese, infatti, gli architetti paesaggisti che intendono partecipare al concorso di idee dovranno presentare i propri curricula .Il termine ultimo per la presentazione della documentazione è il 25 giugno e, oltre ai curricula, gli architetti dovranno consegnare i progetti simili già realizzati. Entro il 9 agosto, poi, tra quanti hanno risposto al bando verranno scelti i dieci professionisti che dovranno presentare un proprio progetto entro il 30 ottobre. Tra il 12 e il 19 dicembre, infine, la giuria esaminatrice composta da sette persone (il sindaco Pürgstaller, Josef Gelmi, Waltraud Kofler Engl, Alexander Gruber, Josef March, Erika Schmidt e Francesca Venier) e chiamata a valutare gli elaborati ufficializzerà il nome del vincitore. I dieci si divideranno un montepremi di 40 mila euro.

Il costo dell'operazione è stato ridimensionato a causa della crisi, ed è passato dai 6 milioni previsti inizialmente a 4,5 milioni di euro.

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