La voce del popolo Dem: «Scuola bilingue e lavoro»
Ai seggi iscritti ed elettori votano per chiedere un cambiamento L’appello ai nuovi vertici: più attenzione a chi è in difficoltà e basta litigi
BOLZANO. Arrivano al seggio con le idee chiare, gli iscritti e i non iscritti al Pd, che ieri hanno rinnovato la fiducia alle primarie. Sono meno numerosi del solito, ma oltre al nome Huber-Staffler infilano idealmente nelle urne l’elenco della spesa per la prossima dirigenza del Pd. E mai come questa volta fuori dai seggi si sente parlare di «bilinguismo» e «attenzione ai meno fortunati». I due candidati sono piaciuti, si sono affrontati in un tour lungo tutta la provincia dedicato molto, appunto, ai temi. E forse il messaggio è passato. «Purché si smetta di litigare», è la preghiera laica dell’ex assessora Chiara Pasquali (sostenitrice di Huber e della lista Orlando). Andrea Sardi arriva al seggio di Gries con zaino e scarponi: «Non sono iscritto al partito, e approfitto della possibilità delle primarie. Io faccio il mio “dovere”... Mi aspetto che alla partecipazione dei cittadini segua un adeguato cambiamento. Ho votato per Huber, mi piace il suo impegno nella cultura e il suo essere fuori dai soliti giri». Elisa Galli esce dal seggio di Don Bosco: «Mi aspetto un cambiamento, dall’interno, perché il Pd deve farsi un esame di coscienza. Mi danno fiducia entrambi i candidati, non è stato facile scegliere». Carla è una giovane bolzanina: «Ho votato per Staffler, mi piace che abbia puntato il dito sul fatto che gli italiani si stanno accontentando delle briciole. Parla di scuola bilingue, che è ormai una necessità, e di ripensare la proporz». Il primo obiettivo per il Pd anche per Roberto Lembo «deve essere la scuola bilingue. Bisogna crederci e non mollare di un centimetro». Franco Marcelli è un volontario della San Vincenzo: «Vivo a Don Bosco. Dal Pd mi aspetto che il suo primo pensiero siano le persone che si trovano in difficoltà. Ne conosco molte. E più cultura, e bilinguismo». (fr.g.)
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