La zona rossa resta “congelata” 

I rapporti con Roma. La Provincia conferma le regole «gialle», toni distesi dal governo. Widmann: «Trattative per i nuovi criteri» Lo strappo consente la partenza dei saldi. Nel Dpcm sì alle seconde case oltre regione. Kompatscher: «Monitoriamo ogni fenomeno»



Bolzano. Tutto tace da Roma. L’Alto Adige dovrebbe essere da oggi «zona rossa», con negozi, bar e ristoranti chiusi, come previsto dall’ordinanza del ministro Roberto Speranza. La Provincia ha deciso però di rifiutare la classificazione: si prosegue con le regole della zona gialla. E il governo ieri non ha esternato contro Bolzano. L’Alto Adige non è l’unico caso. La Lombardia ha deciso di ricorrere contro la dichiarazione di zona rossa. Ma come ricorda il costituzionalista Francesco Palermo (intervistato dalla Rai), la Provincia ha maggiori possibilità di «disobbedienza» grazie alla legge provinciale di maggio, che rafforza le ordinanze del presidente Kompatscher. La zona gialla di questi giorni consente il lavoro di bar e ristoranti e soprattutto garantisce ai commercianti la boccata di ossigeno dei saldi. Sono iniziati ieri, con i negozi pieni e buone vendite. Con la zona rossa le serrande sarebbero già chiuse, dopo un solo giorno di svendite. Invece i saldi proseguiranno domani (la domenica i negozi restano chiusi, come previsto dall’ordinanza di Kompatscher) e il settore potrà contare su un po’ di liquidità, dopo il lockdown di Natale.

I rapporti con il governo

Rifiutata la zona rossa, inizierà la trattativa della Provincia e della Asl con Roma per ottenere una riclassificazione e soprattutto una revisione dei criteri che determinano l’assegnazione delle zone gialle, arancioni e rosse. «Non c’è nulla di politico nella nostra decisione. Semplicemente riteniamo che non tornino le cifre. La dichiarazione di zona rossa ci ha preso di sorpresa», ribadiscono sia Kompatscher che l’assessore Thomas Widmann. Riferisce Kompatscher: «La Asl dialogherà con i tecnici della cabina di regia, spero già da lunedì. È stato lo stesso ministro Speranza a darci i contatti, per cercare un chiarimento». L’ultimo report ha attribuito all’Alto Adige un Rt 1,5, che non viene riconosciuto dalla Provincia. E Widmann insiste: «Non è possibile penalizzarci per il fatto che effettuiamo molti più tamponi di altre regioni e che non venga riconosciuto il nostro sistema flessibile di gestione dei posti letto. I criteri vanno rivisti».

Terapie intensive in aumento

«La situazione non è ancora tranquilla, non vogliamo minimizzare», sottolinea Kompatscher. C’è un dato che ieri è suonato come un campanello di allarme. Dopo alcuni giorni di pausa, ieri i ricoveri nelle terapie intensive sono aumentati da 23 a 26, con altri 5 decessi. «Se anche domani e dopodomani i numeri delle terapie intensive cresceranno in modo significativo, allora dovremo fare una valutazione», annuncia Kompatscher, «Restiamo con le regole della zona gialla, ma appena la Asl ce lo dovesse chiedere, saremo pronti a stringere le regole». Nonostante il blocco della mobilità regionale, l’ultimo Dpcm consente l’accesso alle seconde case in regioni diverse dalla propria residenza. È una novità che preoccupa? «Teniamo ogni situazione sotto controllo», risponde Kompatscher, «Non è il momento di allentare la guardia». FR.G.

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