Bolzano

Ladri anche negli uffici Seab: un’altra cassaforte aperta 

I malviventi hanno forzato le porte interne e sottratto duemila euro destinati ai rimborsi. Il presidente Kilian Bedin: «Aspettiamo l’esito delle indagini ma non escludiamo un’inchiesta interna»



BOLZANO. Sono due le casseforti aperte da ignoti l'altra notte nella palazzina del Comune di via Lancia, proprio dietro la sede della polizia municipale. Da quella dell’Edilizia abitativa del Comune sono stati sottratti documenti. Ma c’è pure quella della Seab, dove erano custoditi circa 2 mila euro. Spariti dopo il passaggio dei ladri. Le denunce saranno formalizzate non appena Comune e azienda dei servizi avranno completato l’elenco di tutto ciò che è stato sottratto.

Prima di aprire la porta al sospetto e al «complotto» il presidente Kilian Bedin preferisce aspettare di sapere l’esito delle indagini delle forze dell’ordine: «Ci affidiamo alla polizia. Poi vedremo se sarà il caso di avviare un’inchiesta interna».

È notte inoltrata, la zona industriale è quasi vuota. Sono vuoti soprattutto gli uffici del Comune in via Lancia. Proprio dietro la palazzina ha sede la polizia municipale, nell’edificio di via Galilei, ma i ladri si guardano bene dall’entrare nel raggio delle telecamere dei vigili. Con un piede di porco forzano una porta al pianterreno. Al primo piano ci sono gli uffici della Seab, al secondo l’Ufficio edilizia abitativa, al terzo quelli della Ripartizione opere pubbliche del Comune.

Salgono al terzo piano. Forzano tre porte interne con il piede di porco ma se ne vanno apparentemente senza trafugare alcunché. Quindi il secondo piano. Rovistano negli uffici e trovano una cassaforte che portano fino al pianterreno, dove collegati a una presa elettrica praticano un foro quadrato. Dentro ci sono alcuni documenti. Li arraffano e salgono al primo piano, nella sede della Seab. Qui trovano un’altra cassaforte. Forzandola riescono ad aprirla sul posto. Ci trovano circa 2 mila euro, liquidità custodita in sede per pagare eventuali rimborsi e trasferte.

Il sindaco annuncia che la palazzina sarà dotata di telecamere. «Ne abbiamo 170, entro novembre ne arriveranno altre undici», così Renzo Caramaschi. Sulle carte trafugate il Comune mantiene il riserbo. O forse c’è poco da dire: «Ormai è tutto online – nota Caramaschi –, mica possiamo continuare a ragionare come se fossimo negli anni Ottanta con i polverosi faldoni sugli scaffali e con i documenti preziosi stampati e tenuti come reliquie».

Comune e Seab devono aspettare che i dipendenti rientrino tutti dalle ferie, in modo da poter fare un inventario di tutto ciò che è stato sottratto e formalizzare la denuncia con un elenco dettagliato. Dopo un primo inventario è emerso che i computer non sono stati rubati.

L’indagine delle forze dell’ordine permetterà di capire come si siano organizzati i ladri prima di penetrare negli uffici di via Lancia. Nella cassaforte al secondo piano i ladri hanno lasciato le poche banconote che vi erano custodite e hanno abbandonato sopra l’armadietto di acciaio un orologio. Probabilmente speravano di trovare somme ingenti anche nella cassaforte del Comune. Non si può escludere che avessero un «basista» nella palazzina. Bedin non vuole lanciarsi in sospetti arzigogolati: «Il fatto che i ladri abbiano “visitato” piani diversi fa presumere che abbiano rovistato alla cieca».













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