BOLZANO. Con la macchina piena di refurtiva non è il caso di farsi controllare dagli agenti della polizia, men che meno se ci si trova alla guida con la patente sospesa. Lo sanno i delinquenti, qualsiasi sia l’età. Così l’altra sera quando Bruno Cari, ventenne, vede la squadra volante della polizia lungo viale Druso decide di darsi alla fuga schiacciando al massimo l’acceleratore della sua Fiat Punto rossa in assetto sportivo. Con lui, al fianco, il cittadino macedone di 18 anni Ebrun Divjacev.

Sono le 23.30, dunque, quando gli agenti coordinati da Antonio Caliò si lanciano all’inseguimento di un’auto lanciata come un proiettile in direzione di Appiano attraverso la MeBo. Una fuga pericolosissima perchè viale Druso a quell’ora è comunque un minimo trafficata e perchè qualcun altro poteva essere centrato. Cari, però, non è un gran pilota e alla rotonda di accesso al paese di Appiano perde il controllo andando a sbattere con il cerchione e mettendo fuori gioco il mezzo. Dopo una breve corsa nella campagna e una violenta resistenza, comunque, i due giovani vengono arrestati. Molteplici i motivi.

Con una perquisizione della macchina, infatti, gli agenti hanno rinvenuto arnesi atti allo scasso e una bella dose di merce rubata: da due Iphone a un braccialetto d’oro passando per un orologio. Coltelli, seghetti , martelli e guanti completano il quadro di una dotazione assai poco rassicurante.

Cari, come detto, si trovava alla guida del mezzo di sua proprietà ma senza esserne autorizzato. Qualche tempo fa, infatti, al giovane era stata sospesa la patente: non avrebbe nemmeno dovuto toccare il volante.

È la seconda volta nel giro di poco tempo, in ogni caso, che nella zona del capoluogo si registra un episodio di ragazzi molto giovani che scappano dai posti di blocco a bordo di vetture senza poterle guidare. Dieci giorni fa lo stesso accadde a Caldaro.

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