Laives, “sfida” tra scuole per contendersi gli alunni

Invitati i genitori «per fare un confronto con l’offerta formativa italiana» La rabbia di una madre: «Idea fuori dal tempo». Un padre: «E il plurilinguismo?»


di Massimiliano Bona ; di Massimiliano Bona


LAIVES. A sollevare la protesta (stizzita) di un gruppo di genitori di Laives è stato l'invito dell'Istituto comprensivo in lingua tedesca a partecipare ad una serata sulle «conoscenze linguistiche necessarie per un buon inizio alla scuola elementare». Un invito, a detta dei genitori, molti dei quali mistilingui, come in gran parte della Bassa Atesina, solo in apparenza innocente. L'obiettivo dell'incontro con madri e padri dei bimbi che quest'anno frequentano l'ultimo anno di asilo, come spiega in una breve nota accompagnatoria la dirigente dell'Istituto Mara Fink, è quello di «fare il confronto tra la scuola elementare tedesca è quella italiana, illustrando ai genitori le competenze linguistiche necessarie per una buona riuscita a scuola. Questa serata dovrebbe servirvi a scegliere la scuola giusta per vostro figlio». Il passaggio che ha dato fastidio ad un gruppo di genitori di Laives è stato quello sulle necessarie competenze linguistiche per una buona riuscita a scuola». Come dire, se proprio avete dei dubbi, iscrivete vostro figlio a quella tedesca, così riuscirà ad apprendere in modo sufficientemente buono la lingua più importante, anche ai fini dell'accesso al lavoro, della Provincia. Nel momento stesso in cui si parla di «confronto con la scuola italiana» è evidente che si fa di tutto per perorare la propria causa cercando, se possibile, di offuscare o mettere in cattiva luce i "concorrenti".

«Mi chiedo - racconta una mamma di Laives - se nel 2014 sia ancora necessario organizzare serate con questa impostazione. Soprattutto in un ambito interetnico come quello della Bassa Atesina. Cercare di attirare dalla propria parte i genitori facendo improbabili confronti è fuori dal tempo. Una scelta davvero anacronistica. Come la stessa idea di cercare di separare i bambini a scuola».

Più esplicito un altro padre. «È evidente, oggi, come le famiglie debbano cercare l'offerta più soddisfacente anche pensando al plurilinguismo. E se la scuola tedesca, per scelta, frena in quest'ambito alle elementari è naturale e comprensibile che molte famiglie si orientino, soprattutto in Bassa Atesina, su quella italiana. Parlare di competenze linguistiche migliori, come fa l'Istituto comprensivo tedesco, è inutile e fuorviante. Restare arroccati sulle posizioni di 30 anni fa non serve a nulla». Certo, parlare di «buon inizio alle elementari» solo se si sceglie l'offerta formativa di lingua tedesca (sicuramente valida) ha anche un po' il sapore della concorrenza sleale. O di un tackle a gamba tesa invocando la rigida applicazione dell'articolo 19 dello Statuto di autonomia.

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