Laura Polonioli: «Pronta alla sfida con Bressa»
La candidata al Senato: Autonomia sempre più ricca, ma il gruppo italiano resta indietro
BOLZANO. I Verdi e la sinistra di Liberi e uguali hanno scelto Laura Polonioli per la sfida a Gianclaudio Bressa, il candidato di Svp e Pd nel collegio del Senato di Bolzano-Bassa Atesina. È avvocato, già vice presidente della Convenzione per l’autonomia.
Lei è abituata alle battaglie in tribunale, ma si trova alla prima candidatura. Come si prepara alla sfida con un politico navigato come il sottosegretario Bressa?
«È vero che tribunali e politica sono due cose diverse, ma non mi considero una debuttante. La Convenzione è stata una vera palestra. Non temo Bressa. Ho argomenti importanti da portare avanti e lo farò con il vantaggio di essere una candidata veramente locale, mentre Bressa non lo è, anche se Svp e Pd lo rappresentano come altoatesino di adozione. L’Alto Adige è una realtà troppo delicata, ha bisogno di rappresentanti che la vivano quotidianamente».
La sfida, ha annunciato, sarà mettere a confronto due visioni diverse dell’autonomia.
«Dobbiamo trovare un nuovo equilibrio, fermarci a guardare cosa siamo diventati. Sono orgogliosa del nostro autogoverno, ma il patto Svp-Pd è basato su un solo obiettivo: acquisire sempre più competenze, arrivare all’autonomia integrale. Ma a vantaggio di chi?».
Nella casa dei Verdi interetnici lei ha strappato l’applauso parlando del gruppo italiano.
«Non parlo di disagio, ma di marginalità del gruppo linguistico italiano nella politica, nella economia, nella cultura. È stato un errore considerarlo un tema di destra, perché riguarda tutti. Delegandolo a quella parte politica non lo si è affrontato. E la marginalità è cresciuta. Allora, chi godrebbe i frutti dell’autonomia integrale?».
Per essere eletti nel collegio di Bolzano e della Bassa Atesina servono molti voti di sudtirolesi.
«Certo. Dobbiamo cambiare tutti prospettiva e questo è il momento giusto perché i fatti gravi si stanno sommando».
A cosa si riferisce?
«La Convenzione, terminata con l’asse Svp-destra sulla secessione, il doppio passaporto, la “schedatura” etnica alle scuole materne. Ma in Parlamento non ci si deve occupare solo di noi. Vorrei lavorare per i diritti civili, la mancata approvazione dello Ius soli e una macchia, e di parità delle donne. In fondo, tutto ruota attorno alle minoranze...». (fr.g.)