Le mani della Provincia sul bilinguismo

La Svp vuole le competenze del Prefetto sulle sanzioni per le violazioni negli uffici. Palermo: «Severità a senso unico»



BOLZANO. Linea dura di Provincia e Svp sulle violazioni del bilinguismo. Non contro il monolinguismo tedesco ormai consolidato sui sentieri di montagna. Il braccio di ferro si annuncia contro il mancato rispetto del bilinguismo nella pubblica amministrazione. È la battaglia della Stf, prima con Eva Klotz ora con Sven Knoll e colleghi, che con cadenza regolare presentano interrogazioni in consiglio provinciale su carabinieri, poliziotti e impiegati che utilizzano l’italiano con i sudtirolesi. Dopo la Convenzione dei 33 «appaltata» alla destra tedesca, l’approvazione dell’emendamento Stf che cancella la dizione «altoatesini» dalla legge sulle borse di studio, dopo la maglietta della nazionale tedesca ostentata dall’Obmann Philipp Achammer, la Provincia muove un altro passo sul tema identitario. Palazzo Widmann propone alla Commissione dei Sei una norma di attuazione per fare propria la competenza, oggi del Commissariato del governo, di comminare le sanzioni contro le violazioni delle norme sul bilinguismo. Come dire, visto che il Commissariato non è sufficientemente solerte nella repressione, allora il potere passi alla Provincia. Le sanzioni possono arrivare a 20 mila euro, secondo quando riportato dal Dolomiten.

Il punto di partenza è il Dpr 574 del 1988, uno dei fondamenti dell’autonomia: «Norme di attuazione dello Statuto speciale per la regione Trentino- Alto Adige in materia di uso della lingua tedesca e della lingua ladina nei rapporti dei cittadini con la pubblica amministrazione e nei procedimenti giudiziari». L’obbligo di bilinguismo vi viene regolato in tutti i rapporti con l’amministrazione pubblica, la giustizia e i concessionari di servizi pubblici. La norma di attuazione dovrebbe trasferire alla Provincia il potere sanzionatorio.

L’operazione viene confermata da Francesco Palermo,presidente della Commissione dei Sei: «È una ipotesi su cui sta lavorando la Provincia, non direttamente noi in commissione paritetica. Non abbiamo ancora un testo su cui discutere».

Palermo, senatore e costituzionalista, notoriamente antitetico a ogni nostalgia nazionalistica italiana, questa volta è a disagio e lo sottolinea: «La norma è giusta: il bilinguismo va rispettato, dagli uffici ai “bugiardini” dei medicinali, un aspetto su cui molto si è discusso in passato. Potrei quindi votare contro? No, certo. Però non vivo sulla luna e metto insieme alcuni segnali, che non mi piacciono. Sento spirare un’aria unilaterale in queste discussioni, come se il bilinguismo venisse rivendicato solo quando manca il tedesco e non quando si modifica radicalmente la segnaletica di montagna». Mettendo insieme i tasselli, prosegue Palermo, «ne esce un quadro di mancato rispetto di un territorio multilingue. Torna forte l’impostazione che dice “il territorio è nostro, gli altri sono ospiti più o meno graditi». La convivenza? Inizia a coprirsi di polvere. «Ci eravamo detti che dovevamo sentirci tutti a casa in un territorio multilingue e multietnico», è la constatazione di Palermo, «invece la politica riprende a muoversi nella direzione opposta». Infine il pronostico. «La prossima giunta provinciale? Se va avanti così, sarà Svp, Freiheitlichen e un leghista come rappresentanza etnica». (fr.g.)

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