Le notti dei “fuori quota” tra il parcheggio e il parco

Valente (Caritas): «A rilento le sistemazioni promesse, ma adesso fa freddo» Critelli: «Stiamo provvedendo, nessuno però ha la bacchetta magica»



BOLZANO. «Quello che mi preoccupa è che le temperature si stanno abbassando e ci sono ancora decine di profughi che, nonostante le promesse e le assicurazioni della Provincia, dormono all’aperto. Le sistemazioni dei fuori quota, anche dopo l’accordo raggiunto a Roma tra il presidente Arno Kompatscher e il ministro dell’interno Angelino Alfano, stanno andando a rilento». La preoccupazione di Paolo Valente, direttore della Caritas, è quella delle associazioni e dei volontari che sono a stretto contatto con i richiendenti asilo. Tutti speravano che dopo l’accordo con Roma, che prevede di dare una sistemazione anche ai fuori quota, ovvero ai circa 400 immigrati arrivati a Bolzano al di fuori delle quote assegnate dallo Stato, le cose sarebbero migliorate. Invece anche l’altra sera c’erano profughi che hanno trovato rifugio all’interno del parcheggio Centro di via Mayr Nusser e tra quattro cartoni sistemati nei giardini della Stazione.

A quelli che sono qui già da qualche tempo, se ne aggiunge ogni giorno qualcuno di nuovo. La prima struttura che si renderà disponibile per l’Emergenza freddo sarà, a metà novembre, l’ex Alimarket di via Gobetti, dove però troveranno posto sia clochard locali che immigrati.

E i 400 fuori quota ai quali è stata promessa una sistemazione adeguata, quanto dovranno attendere ancora?

«Stiamo lavorando - assicura Luca Critelli, direttore della ripartizione politiche sociali della Provincia - ma nessuno di noi ha la bacchetta magica. Una quarantina - tutte famiglie - è stata messa a maso Zeiler a Gries, mentre un altro centinaio che attualmente si trova nell’ex magazzino Lemayr di via Avogadro, nei prossimi giorni riceverà un’accoglienza migliore, rispetto a quella “base” avuta finora, in quanto - dopo l’accordo con il ministro Alfano - rientra a pieno titolo tra coloro che vengono assegnati in base alle quote nazionali».

E gli altri? «A metà novembre dovrebbe essere disponibile una caserma a San Candido e subito dopo a Bressanone. Purtroppo ci vuole il suo tempo per allestire le strutture: inutile aspettarsi da noi miracoli».

Ma Valente insiste: «Si sapeva che bisognava accelerare i tempi, perché se un terremoto non si può prevedere, il fatto che a novembre cominci a fare freddo, si sa perfettamente».

A rendere più pesante la situazione, il fatto che si sta avvicinando il periodo del Mercatino di Natale che porta in Alto Adige migliaia di turisti e gran parte degli albergatori non sono più disponibili ad ospitare profughi.













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