Le suore di Carità dopo 75 anni lasciano il Martinsbrunn

Subentra la fondazione St. Elisabeth, fondata dalla Caritas Con un piano da 21 milioni l’edificio diventa casa di riposo


di Giuseppe Rossi


MERANO. Nel bel mezzo del cantiere che porterà, grazie ai copiosi investimenti di Provincia e Comune di Merano, alla radicale trasformazione del Martinsbrunn da clinica riabilitativa in casa di riposo per anziani da novanta posti letto, le suore di Carità guidate dalla madre superiora suor Elisabeth Pfattner annunciano di voler passare la mano.

Le 73 suore rimaste (la più giovane ha compiuto 69 anni), decidono di ritirarsi e di godersi il meritato riposo dopo una vita improntata all'aiuto del prossimo, ma soprattutto di togliersi dalle spalle il peso della gestione di un centro che dà lavoro a oltre cento dipendenti. A subentrare nella gestione del Martinsbrunn sarà la fondazione St. Elisabeth, ente diretto dall'ex consigliere comunale meranese Christian Klotzner, ente fondato nel 2009 dalla Caritas, che tutt'oggi ne è la capofila, dalla diocesi e dalla fondazione Liebenau di Meckenbeuren, località germanica a due passi dal lago di Costanza. La fondazione germanica lavora nel settore dei disabili e degli anziani e dà lavoro a oltre 6.400 persone.

Con questa operazione di fatto la Caritas a Merano entra nell'ultima branca del sociale che le mancava, ovvero la gestione di case di riposo. Non va dimenticato infatti che a Merano la Caritas gestisce già il dormitorio comunale, la mensa sociale, la consegna pasti a domicilio, l'assistenza domiciliare e lo stesso fa per la comunità del Burgraviato.

La fondazione St. Elisabeth è già presente da anni sul territorio provinciale con la Casa di Gesù a Cornaiano e il centro di formazione Lichtenburg di Nalles. Nel 2017 inaugurerà anche la gestione del Grieserhof a Bolzano e nel 2021 della casa di riposo di Rio Pusteria.

Ma come reagirà il Comune di Merano a questo improvviso, almeno per l'opinione pubblica, passaggio di mano? Già tre anni fa, quando aveva preso corpo il progetto di trasformazione del Martinsbrunn in casa di riposo, in molti avevano storto il naso, visto che in riva al Passirio fino a quel momento il Comune aveva avuto nella fondazione Pitsch l'unico ente deputato alla gestione delle case di riposo pubbliche.

Ma resta anche da capire se Comune e Provincia vorranno dire la loro su questo cambio di gestione, visto che i soldi in gioco per la maxi ristrutturazione del Martinsbrunn per gran parte li metteranno loro. Stiamo parlando di un progetto, arredi compresi, da 21 milioni di euro.

Tre anni fa il Comune si era preso l'impegno di contribuire ai costi della ristrutturazione in cambio della precedenza nell'assegnazione dei posti letto disponibili riservata a persone residenti in città. Con Caritas e diocesi, che hanno un ambito d'azione provinciale, questi impegni potranno essere mantenuti?

Per le suore di Carità, la cessione del Martinsbrunn alla fondazione St. Elisabeth è un fatto epocale e arriva dopo 75 anni di gestione diretta e continuativa della ex clinica che negli anni ha accolto pazienti acuti, ha anche avuto un reparto di maternità e si è poi trasformata in centro di riabilitazione e di cure palliative.

Le suore di Carità, che hanno la sede a Innsbruck, nel 1941 scelsero il Martinbrunn e l'allora albergo Fallgatter come loro sede sotto il confine del Brennero.

Il Martinsbrunn per tutti i meranesi è sempre stato un secondo ospedale, un punto di appoggio apprezzato.

"La decisione di affidare la guida di Martinsbrunn alla fondazione St. Elisabeth - si legge in un comunicato diramato ieri - ci ha tolto veramente un grosso peso. Sappiamo di aver messo la casa in buone mani. I posti di lavoro sono garantiti, noi suore abbiamo una sicurezza per la nostra vecchiaia”. “I nostri valori e ideali - conclude il comunicato - saranno seguiti anche in futuro. Sono grata a tutti coloro che hanno preso parte a questo processo decisionale e che ci accompagneranno su questa strada”.

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