Lega più secessionista della Volkspartei

Fugatti difende la sua legge sull’autodeterminazione in Regione. La Svp vota contro. Gelo nel centrodestra


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Lega secessionista fa saltare i nervi al centrodestra e non convince la Svp. Maurizio Fugatti (commissario provinciale della Lega nord) ha difeso ieri in consiglio regionale il suo disegno di legge sul referendum per l’«Autodeterminazione del Trentino Alto Adige». Missione fallita, il disegno di legge è stato bocciato con 16 voti a favore, 38 contrari e 4 astensioni (con votazione replicata, tra le polemiche, per errore tecnico). Tra i no, anche quello della Svp, mentre prosegue il feeling con la destra tedesca. Freiheitlichen, Stf e Andreas Pöder (BürgerUnion) hanno votato con Fugatti. «Ma ho incassato anche due astensioni del Patt e quella di Elena Artioli (TeamA) e Brigitte Foppa (Verdi)», riferisce il consigliere leghista. La Lega cala la carta pesante dell’autodeterminazione all’avvio delle trattative sulle comunali di Bolzano. Chi decide la linea è Fugatti stesso, che ha portato Matteo Salvini a Bolzano, invitando al Rainerum i Freiheitlichen (alleati alle ultime europee) e organizzando incontri riservati con la Svp. Nel centrodestra, potenziale alleato, la Lega secessionista infastidisce non poco. I rappresentanti del Carroccio locale tengono un profilo basso. «Noi ci occupiamo di Bolzano. Voglio rompere il muro dell'immobilismo, stiamo cercando di costruire le condizioni per farlo. Lascio agli altri la politica nazionale e provinciale, tengo per me quella comunale», ha dichiarato il candidato sindaco Carlo Vettori. In consiglio regionale Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) ieri ha votato contro la legge. E tuttavia Urzì non arriva allo strappo con la Lega: «L’autodeterminazione è un concetto che mi è completamente estraneo. Acclarato ciò che ci rende diversi sul piano politico, dobbiamo verificare se c’è invece la possibilità di capirci sui temi amministrativi, perché alle elezioni dovremo presentarci con una idea per Bolzano su sicurezza, grandi infrastrutture, urbanistica». Più duro Enrico Lillo, l’ex coordinatore di Forza Italia, che lavora per organizzare una propria lista civica: «La Lega locale in questa sua rinascita in salsa sudtirolese Doc è inconciliabile con il centrodestra di un certo spessore, cioè moderno, liberale, plurilingue, autonomista, e convinto dell'indivisibilità della nazione Italia». Fugatti prova a smussare gli spigoli. Parla di una legge «difensiva per l’autonomia», non intrinsecamente secessionista: «La mia legge puntava a dare uno strumento per difendere l’autonomia in mano ai governatori Kompatscher e Rossi». I presidenti non hanno colto il messaggio... «Parlano le cifre. È sempre più gravoso lo sforzo che lo Stato chiede a Bolzano e Trento come partecipazione al risanamento della finanza», risponde Fugatti, «Si era partiti dall’Accordo di Milano, si è arrivati al patto di Roma e ormai il 90 per cento di gettito fiscale che dovrebbe tornare alle Province si è ridotto al 75%. Un referendum per la secessione può essere un argomento da buttare sul tavolo per fare capire che non si deve tirare troppo la corda».

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