Legge elettorale, c’è ancora uno spiraglio

BOLZANO. Il 20 gennaio sarà l’ultima chiamata per la legge elettorale per Bolzano. «Se non ce la faremo in quella seduta di consiglio regionale, la partita sarà chiusa», conferma l’assessore...



BOLZANO. Il 20 gennaio sarà l’ultima chiamata per la legge elettorale per Bolzano. «Se non ce la faremo in quella seduta di consiglio regionale, la partita sarà chiusa», conferma l’assessore regionale Josef Noggler (Svp). Sarà decisivo il probabile ostruzionismo annunciato da diversi gruppi. Ci si avvia al muro contro muro. Se salterà il disegno di legge di Noggler, Bolzano tornerà a votare con la medesima legge dello scorso maggio, senza alcun intervento per favorire la governabilità. Clima pessimo ieri tra i banchi del consiglio provinciale dopo la mossa del capogruppo della Svp Dieter Steger, che ha annunciato ai capigruppo l’intenzione di arrivare in aula il 20 gennaio con l’emendamento per portare da 45 a 35 i consiglieri comunali di Bolzano. In questo modo Steger scavalcherebbe i mesi di trattative condotte da Noggler per arrivare al suo testo, condiviso da diversi gruppi delle opposizioni, che introduce le soglie di voti per l’accesso al Consiglio (3% per le liste singole, 7% per le coalizioni con il 2,2% per ogni lista coalizzata). Nonostante tutto, Noggler non si arrende ancora: «Spero ancora di farcela. Steger porterà i propri emendamenti in aula, come faranno altri gruppi. Difficilmente troverà una maggioranza in consiglio regionale e il mio testo potrebbe passare». Ma non sarà così semplice, perché Andreas Pöder (BürgerUnion) annuncia il proprio ostuzionismo, se non verrà accolto il taglio dei consiglieri di Bolzano: «45 consiglieri sono troppi. Metterò in discussione decine di emendamenti e la legge non passerà». Pöder, come tanti altri contesta anche la presenza nel testo di Noggler della norma che ripristina l’indennità piena degli assessori in tutti i Comuni in cui si deciderà di aumentare le giunte di un assessore». Sul polo opposto di Pöder c’è l’ostruzionismo annunciato, tra gli altri, da Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) e Paul Köllensperger (M5S), che accusano: «Inaccettabile il comportamento di Steger. Ha violato i patti». E il Pd? Il partito ufficialmente è schierato contro la riduzione dei consiglieri. Più sfumato Christian Tommasini: «35 consiglieri potrebbero anche andare bene, ma non va bene se questa proposta finisce per innescare una escalation che avrà solo il risultato di bloccare la legge di Noggler e impedire le regole di buon senso, come le soglie, che contiene».













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