BOLZANO. Si spazia dall'arresto di Marcello Dell'Utri a Beirut allo scambio di embrioni in un ospedale di Roma, a tenere banco però a livello locale sono ancora i vitalizi d'oro. A condurre per il secondo giorno un'affollata rassegna stampa ieri in piazza, in mezzo ai tavolini del bar Walthers, Luigi Vicinanza, direttore editoriale del gruppo Finegil, affiancato dai caposervizio dell'Alto Adige Luca Fregona e Valentino Beccari, l'attenzione però, e non poteva essere diversamente, si concentra subito su Lella Costa, attrice di teatro, amata dal pubblico bolzanino, che nell'ambito di AltoAdige.live si è cimentata nel ruolo di commentatrice. I titoli parlano ancora dello scandalo dei vitalizi dei consiglieri provinciali e i bolzanini si fermano ad ascoltare, nonostante il suono delle campane che sembra non finire mai. Ma è la domenica delle Palme e questo spiega perché lo scampanio si protrae più a lungo del solito. L'indignazione dell'attrice per lo scandalo dei vitalizi è quella della gente comune che deve fare i conti con la vita che diventa ogni giorno più cara e stipendi sempre più magri: «Questa vicenda è desolante e avvilente, perché – io che giro l'Italia per lavoro – vi dico che il nostro Paese è molto meglio. Inoltre, mi dispiace e mi colpisce che ciò avvenga in questa terra che conosco e dimostra da sempre efficienza e rigore in molti campi, in particolare per quanto riguarda la tutela della donna. In ogni caso bisogna assolutamente evitare le generalizzazioni. Non mi piace mai dire: allora sono tutti uguali. E comunque mi sembra ci sia la volontà di correggere il tiro».

Tra coloro che ascoltano più d'uno scuote la testa, prevale lo scetticismo.

Si discute da settimane su come metter mano allo scandalo vitalizi, ma tutto procede con estenuante lentezza e c'è chi tra i consiglieri già annuncia ricorsi contro una legge che dovesse imporre loro la restituzione di centinaia di migliaia di euro.

«Non si capisce perché in Italia - commenta Costa - per applicare quelli che sono dei principi etici, debba servire una legge. Questo discorso vale anche per i pregiudicati: è mai possibile che si debba fare una norma per impedire che un pregiudicato si candidi». La gente applaude: in prima fila c’è Lidia Menapace che ha appena compiuto i 90 anni.

Lella Costa ci scambia qualche battuta: le fa gli auguri per i 65 anni e le assicura che i 70 saranno ancora più belli.

Poi il discorso si fa di nuovo serio difronte alla notizia dello scambio di embrioni in un ospedale Roma. Dietro l’errore il dramma di una donna che darà alla luce due gemelli non suoi. L’unità di fisiopatologia per la riproduzione e la sterilità dell’ospedale Pertini è stata chiusa. «Non so - commenta l’attrice - se sia una scelta sensata. Non tutto si può regolamentare con la legge». Dai casi di malasanità alle proteste di Roma con otto agenti finiti in ospedale. «Il diritto alla protesta è sacrosanto - afferma Vicinanza - ma la violenza non c’entra nulla con la democrazia». L’attrice è d’accordo, ma “in giro ci sono rabbia e frustrazione per le troppe ingiustizie”. La lettura dei giornali è finita, il pubblico saluta con un grande applauso. Il ruolo di commentatrice dei giornali è piaciuto anche a Costa, perché “in un mondo sempre più virtuale è bello il confronto fra esseri viventi: ci consente di condividere questi tempi un po’ sballati”. Nel pomeriggio l’attrice ha presieduto la giuria di “Caro direttore”, il concorso organizzato dall'Azienda di soggiorno, che seleziona le migliori lettere indirizzate ai giornali.

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