Letta «resuscita» Brugger Nomina in Corte dei Conti

Prestigioso incarico nazionale dopo la proroga nella Commissione dei Sei L’ex deputato: «La Svp non c’entra, è un riconoscimento tutto personale»


di Francesca Gonzato ; di Francesca Gonzato


BOLZANO. Gran colpo di Siegfried Brugger. L’ex deputato e avvocato risorge dalle sue stesse ceneri e viene nominato da Letta consigliere della Corte dei Conti.

Ieri mattina la decisione. Su proposta del premier Enrico Letta, il Consiglio dei ministri ha nominato cinque consiglieri della Corte dei Conti, Brugger, Salvatore Tutino, Italo Scotti, Daniele Caprino e Angela Pria.

Un ruolo nazionale di assoluto prestigio, che arriva nei mesi in cui Brugger ha dovuto elaborare l’uscita di scena politica, dopo la mancata candidatura al Senato, e rapporti irrigiditi con il suo partito, cui non ha risparmiato bordate sull’esito delle elezioni provinciali. La nomina di Brugger è l’ennesima concessione del governo alla Svp, inopportuna perché premia un ex politico ricollocandolo in un ruolo di controllo come la Corte dei Conti ? Il provvedimento arriva a pochi giorni di distanza dalla contestata nomina della Commissione dei 6, che per la prima volta vede entrare per nomina statale un ladino, Daniel Alfreider (vice Obmann della Svp), a scapito di un componente di lingua italiana.

Oppure la nomina va ricondotta alla rete di rapporti personali costruita da Brugger nei molti anni di lavoro a Roma come parlamentare e avvocato in Cassazione? Brugger sposa con decisione la seconda ipotesi e la rivendica. Michaela Biancofiore invece brutalmente lancia l’accusa di «marchetta politica e ennesimo colpo ai poteri di controllo della Provincia». Brugger replica: «Baggianate, la Biancofiore è male informata».

Il Consiglio dei Ministri si è riunito nelle prime ore di ieri mattina. La notizia della nomina ha raggiunto Brugger sulle piste da sci di Solda.

È stata appena prorogata la sua nomina nella Commissione dei 6, e ora la Corte dei Conti. Non doveva ritirarsi nel suo studio di avvocato?

«Sono sorpreso e onoratissimo. Alcuni mesi fa un rappresentante del governo mi aveva chiesto di preparare il curriculum, indicando i miei requisiti professionali di avvocato cassazionista e revisore dei conti. Ho consegnato quella mezza pagina e non ho saputo più nulla. È un riconoscimento personale eccezionale, perché le nomine governative di consiglieri di Corte dei Conti sono rare e questa è la prima che riguardi un altoatesino. Prima che me lo chieda, lo dico io: la Svp non c’entra nulla. È un onore personale».

Pensa che sia possibile credere a questo? La Svp è di nuovo decisiva per la maggioranza con i sui voti al Senato.

«Il partito non c’entra nulla. Scommetto che nessuno era informato della nomina. I nostri rapporti non sono idilliaci ultimamente, non è un mistero. La Svp per mesi non ha ritenuto di coinvolgermi, anche per cose molto semplici. “Nemo propheta in patria”. A Roma qualcuno ha stima delle mie capacità e a Roma farò il giudice».

Avrà competenze su atti di amministrazioni altoatesine?

«Assolutamente no. Non ci sarà alcuna interdipendenza con la Provincia. Il mio raggio d’azione non riguarderà Bolzano e Trento. Le nomine della Corte dei Conti di Bolzano seguono un altro canale. La Biancofiore è male informata».

Sicuro che questa volta non c’entri il lavoro diplomatico di Zeller?

«Sicuro».

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