Lettera di 266 genitori: il Clil funziona

Le firme raccolte in sole due ore: «Errato mettere in discussione un metodo di insegnamento che dimostra di funzionare»


di Davide Pasquali


BOLZANO. In nemmeno due ore si sono raccolte 266 firme di mamme e papà delle cosiddette sezioni bilingui di diverse scuole elementari e medie della città. «Giù le mani dal Clil», questo il succo. Perché - checché ne dicano i ricercatori di linguistica dell’Accademia europea, i quali pochi giorni or sono hanno presentato i risultati di uno studio che mette in forte dubbio la validità del metodo, almeno visto il livello di conoscenze alquanto basso riscontrato negli studenti di quarta superiore di entrambi i gruppi linguistici - l’insegnamento veicolare della seconda lingua in Alto Adige funziona. E metterlo in dubbio potrebbe arrecare dei danni.

«Siamo i genitori di ragazzi e ragazze appartenenti a famiglie di madrelingua italiana, tedesca, a famiglie mistilingui e di recente immigrazione, che hanno seguito fino ad oggi un percorso scolastico bilingue o meglio plurilingue nella scuola italiana», scrivono nel preambolo alla lettera spedita al nostro giornale per far sentire anche la loro voce, dopo quella di esperti, mondo della scuola, rappresentanti del mondo economico.

Si dicono davvero stupiti di doversi trovare a difendere ancora oggi, dopo più di dieci anni di esperienza di insegnamento veicolare, «i risultati raggiunti dalle nostre ragazze e dai nostri ragazzi che frequentano le sezioni bilingui presso le scuole primarie e secondarie di primo grado della città di Bolzano!»

«E non capiamo - proseguono i firmatari - il motivo per cui si debba mettere in discussione un metodo di insegnamento che nella maggior parte dei Paesi europei fa parte ormai dell’istruzione ordinaria e che funziona bene, come testimoniano i nostri ragazzi con la loro esperienza e il loro vissuto scolastico e non soltanto con gli ottimi risultati relativi alle certificazioni linguistiche ottenute».

Quello che i genitori soprattutto vogliono dire «è che i nostri ragazzi hanno una padronanza della seconda lingua molto buona e che, soprattutto, la vivono con naturalezza, anche perché nella loro carriera scolastica vi sono più occasioni di incontro con bambine e bambini della scuola in lingua tedesca». Se qualcuno si rivolge loro in tedesco, rispondono e conversano spontaneamente. «Magari con qualche errore, ma lo fanno con gioia!» Tanto che, ricordano i genitori firmatari della lettera, alcuni di loro scelgono poi di frequentare la scuola superiore in lingua tedesca, così come ragazzi di madre lingua tedesca scelgono la scuola superiore italiana.

L'indagine Kolipsi II svolta dall'Eurac, spiegano i genitori, «è stata condotta su un campione di ragazzi attualmente in quarta superiore (per precisione si trattava di ragazzi che frequentavano la quarta superiore nell’anno 2014/15, ndr). L'insegnamento veicolare che noi conosciamo, in cui dodici/tredici ore sono svolte in seconda lingua e tre/quattro in terza lingua ossia in inglese, è partito soltanto con l'anno scolastico 2006 (i ragazzi più grandi, quindi, sono in terza superiore), per cui il campione di ragazzi preso in considerazione dall'indagine non poteva ancora aver fatto questo tipo di esperienza di insegnamento veicolare (avevano svolto solo poche ore di lezione veicolare in seconda lingua)».

Per questo mamme e papà si augurano «che il grande impegno profuso in tutti questi anni dai dirigenti scolastici, dagli insegnanti, dagli esperti linguistici e da noi famiglie non venga messo in ombra e offuscato da polemiche inutili che non rispecchiano la nostra reale esperienza».

Vorrebbero invece ringraziare «tutti coloro, che con professionalità, impegno e competenza si confrontano quotidianamente con questo metodo di insegnamento, dando alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi non solo l'opportunità di raggiungere risultati nell'apprendimento della lingua tedesca e della lingua inglese, di cui tutti noi siamo ampiamente soddisfatti ma, nello stesso tempo, di vivere l'incontro con altre culture in una scuola dal respiro plurilingue e multiculturale. Non è quello che da sempre si chiede, per promuovere una vera convivenza?»

Firmato: i genitori delle classi plurilingui delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Bolzano.

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