Licenziamento Facchini l’Asl conferma la linea dura 

Corruzione, nessuna disponibilità di arrivare ad un accordo extra giudiziale  Zerzer: «Lo abbiamo cacciato per il gravissimo danno di immagine provocato»


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Nessuna disponibilità a trattare. L’ipotesi di un accordo extra giudiziale che evitasse la causa civile davanti al giudice del lavoro per la posizione di Marco Facchini, è saltata nel giro di appena 48 ore. Ieri la nuova udienza davanti al giudice Francesca Muscetta è durata poco. Gli avvocati dell’Azienda sanitaria hanno illustrato la posizione irremovibile di Florian Zerzer che si può tradurre in pochi concetti molto chiari: l’Asl ha subìto un tale danno di immagine che rende impossibile qualsiasi ipotesi di conciliazione o comunque di accordo. Le puntualizzazioni di Zerzer sono giunte ieri in serata dopo che la controparte aveva sottolineato come il problema fosse sostanzialmente solo di natura giuridica.

In effetti l’avvocato Giancarlo Massari ritiene che il proprio assistito avesse diritto al rispetto delle norme generali sui procedimenti disciplinari. In sostanza la difesa non si è limitata a sostenere che Marco Facchini (ex direttore “pro tempore” dell’ ufficio edilizia dell’ospedale di Bolzano travolto dall’inchiesta su tangenti e corruzione) debba godere della presunzione di innocenza in attesa di una sentenza di condanna, ma ha anche ribadito che prima di trovarsi dall’oggi al domani senza lavoro avrebbe avuto il diritto di subire un procedimento disciplinare regolare con la possibilità di essere sospeso da ogni attività lavorativa in attesa proprio dell’esito del procedimento penale.

Secondo la difesa, solo successivamente, in caso di condanna definitiva, Marco Facchini avrebbe potuto essere licenziato vista la gravità dei fatti che gli vengono attribuiti. Ieri sera il direttore generale Zerzer ha però fatto sapere che, preso atto delle decisioni già assunte dall’Asl quando la presunta corruzione venne a galla, oggi non vi sarebbe stata neppure la possibilità giuridica di decidere autonomamente di Facchini nell’organico dell’Asl per poi sospenderlo subito in attesa della sentenza penale. I legali dell’Asl ritengono comunque che il licenziamento in tronco sia assolutamente legittimo vista la gravità dell’episodio filmato dalle telecamere - spia con la consegna di una presunta tangente nelle mani dello stesso Facchini (che poi venne ripreso mentre conta i soldi). L’Asl ritiene poi che la diffusione del filmato (che venne trasmesso a livello televisivo nazionale oltre alla diffusione in internet) provocò un danno di immagine enorme. «E’ vero - puntualizza Zerzer - che non fu Facchini a diffondere il filmato ma è anche vero che se non fosse avvenuto il fatto nessuno avrebbe avuto nulla da diffondere». Dunque, secondo l’Asl, la responsabilità in relazione al grave danno di immagine è sempre riconducibile solo al geometra Facchini. Una conclusione non certo condivisa dall’avvocato difensore Massari il quale ieri non ha potuto far altro che ribadire al giudice del lavoro la richiesta di un reintegro (anche con sospensione contestuale) in attesa della sentenza penale. Si tratta, dunque, di una questione di puro diritto che riguarda le norme procedurali sui procedimenti disciplinari. La giudice Francesca Muscetta ha trattenuto gli atti per giungere ad una decisione probabilmente entro un paio di settimane.













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