Liste di attesa, pressing del governo 

Il sottosegretario Bartolazzi (M5S) ieri al San Maurizio: «Troppi accessi impropri al pronto soccorso. I vaccini? Servono»



BOLZANO. Pronto soccorso troppo affollato, «perché mancano i medici sul territorio», liste di attesa che vanno ridotte, come affrontare la carenza di personale, i punti nascita, i vaccini che servono, «i cittadini dovrebbero ascoltare i medici, e io sono un medico»: Armando Bartolazzi, anatomopatologo romano e sottosegretario alla Sanità (indicato dal M5S), ha visitato ieri l’ospedale San Maurizio. È stato invitato dal movimento locale per la campagna elettorale. La sua visita al San Maurizio è diventata metà evento elettorale (c’era il capolista Diego Nicolini, con i consulenti-attivisti Costantino Gallo e Stefania Pulcini) e metà evento tecnico. Nessun assessore, ma la Sanità altoatesina era rappresentata dai suoi vertici: il direttore di dipartimento Michael Mayr, Thomas Lanthaler (direttore generale della Asl facente funzioni), Umberto Tait (direttore del comprensorio), Roland Döcker (coordinatore sanitario del comprensorio) e Guido Mazzoleni, presidente provinciale dei primari e collega anatomopatologo di Bartolazzi, che ha accompagnato in visita nei laboratori. No comment del sottosegretario sui controlli di Nas e Guardia di finanza: «Sono solo stato informato di quanto accaduto». Bartolazzi ha avuto una lunga riunione con i dirigenti della sanità, poi incontro con i rappresentanti del sindacato Anaao, che lo hanno poi scortato all’uscita attraverso il pronto soccorso, «così può farsi una idea di persona», spiegano Paolo Bernardi e Claudio Volanti. Così Bartolazzi sui disagi del pronto soccorso: «Ci sono troppi cittadini che si recano al pronto soccorso per problemi non gravi. Lo fanno perché mancano i medici sul territorio. Questo è uno dei punti su cui bisogna lavorare». Sulla carenza di medici ospedalieri e medici di base il governo, spiega, «intende intervenire per tamponare l’emergenza consentendo agli specializzandi di lavorare, con contratto, nell’ultimo anno della specializzazione». Questo è uno dei temi scottanti nella sanità altoatesina, perché gli specializzandi austriaci sono stati utilizzati ben prima dell’ultimo anno della specializzazione. Sui vaccini netta la sua presa di posizione: «Lo dico da medico, i vaccini servono. Sono come le catene per la neve, quando arriva la bufera, devi averle in auto. C’è una recrudescenza delle epidemie di morbillo in Europa, anche tra gli adulti: paghiamo gli errori degli ultimi anni. I medici di base e i pediatri devono fare le vaccinazioni». Nella riunione a porte chiuse Bartolazzi ha discusso con i dirigenti delle liste di attesa fuori controllo. «Ci sono chiare potenzialità di questo ospedale. Si può fare molto, migliorando le cose», riferisce, «È un ospedale ricco, ci si aspetta che le prestazioni vengano erogate con eccellenza». Sui punti nascita altoatesini non accende aspettative immediate nei sostenitori della riapertura: «La discussione al momento è su Cavalese: domani (oggi, ndr) verrà presa una decisione in un vertice tecnico al ministero. È importante per la popolazione che vive in zone con certe caratteristiche: non puoi percorrere 70 chilometri sulle strade di montagna per andare a partorire. Ed è importante che le decisioni arrivino dai tecnici, il compito della politica è poi attuare. Verranno riaperti i punti nascita dove ci sono le condizioni di sicurezza per le madri e i nascituri». E i medici? «Se serve per riaprire punti nascita, bisogna incentivare i medici. A Bolzano i soldi non mancano», risponde. (fr.g.)

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