Lo scafista si difende: «Solo un migrante»

Udienza in carcere per Diatta: «Ero solo amico del comandante che mi ha chiesto una mano»



BOLZANO. Solo un migrante come tanti, con la “fortuna” di conoscere il comandante dello scafo che in cambio di una mano ha promesso un prezzo di favore.

Si è descritto così Mohamed Diatta, fermato a Bolzano con l’accusa di essere uno scafista e protagonista ieri dell’udienza di convalida in carcere davanti al giudice del tribunale di Bolzano Emilio Schoensberg. La linea difensiva, dunque, è quella di scrollarsi di dosso la responsabilità dell’organizzazione dello sbarco che ha causato 400 morti. «Ero d’accordo con il comandante - ha spiegato, in francese, Diatta - di pagare 350 dinari anziché 900 in cambio di un aiuto. Sono un semplice migrante che ha cercato di spendere di meno». Fatto sta, però, che il timone in mano lo ha preso eccome e almeno due testimoni raccontano di un suo ruolo da protagonista durante il viaggio. L’equipaggio, dunque, sarebbe stato formato da tre persone: «C’erano il comandante, un uomo senza gamba e io». Il comandante non è ancora stato fermato, mentre l’uomo senza gamba sarebbe Mbao Da, arrestato a Trapani nei giorni scorsi. «All’inizio del viaggio è stato il comandante a mettersi alla guida, poi si è sentito male e ha chiesto a Mbao di occuparsi del timone. Non era molto esperto, dato che ha fatto una virata maldestra spostando tutti da destra a sinistra. Ha causato 400 morti, altri sono stati ripescati. Attimi difficili». È a quel punto che Diatta ammette di aver messo le mani sul timone.

«Non avevo mai visto una barca prima di quel momento. Io non avrei dovuto condurre la barca, ma solo levare l’acqua dallo scafo. Questi erano gli accordi iniziali. A quel punto, però, Mbao ha detto che io ero il capitano. Io ho provato a dire che non era vero».

Un altro testimone, al contrario, accusa Diatta di avere in mano addirittura un gps mentre seguiva la rotta.

Di fatto l’equipaggio era composto da tre centrafricani con collegamenti con le organizzazioni dei migranti del territorio al nord del continente nero.

Il fermo di Diatta, comunque, è stato convalidato. Confermata la custodia in carcere chiesta dal pm Andrea Sacchetti con la motivazione dei gravi indizi di colpevolezza. Entro 20 giorni anche Trapani deve confermare la misura. (a.c.)













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