Lo speaker dell'Adunata: «Da Bergamo saliremo a Bolzano in quindicimila»

Naja in Alto Adige per il 75% delle penne nere orobiche In vista della sfilata si stanno organizzando 265 gruppi


Davide Pasquali


BOLZANO. In Alto Adige cominciano a montare le polemiche, si moltiplicano le accuse di nostalgie del fascismo, si chiede di rinunciare. Ma a loro, alle penne nere, queste questioni non interessano poi tanto. L'interesse, l'unico, è di festeggiare con un'adunata degli alpini che rimarrà nella storia. Ché se tante adunate nazionali sono rimaste nei cuori di chi ha sfilato e di chi ha ammirato dai lati delle strade, in pochi casi, in poche città, si può riscontrare un tale tasso di nostalgia alpina come a Bolzano e, in generale, in tutto l'Alto Adige. P

erché tanti alpini, generazioni di alpini di mezza Italia, hanno fatto la naja in provincia. Tanti non autoctoni come forse in nessun'altra regione italiana. Per chi non dovesse credere alle dimensioni del fenomeno, citiamo solo uno dei tanti casi possibili: Bergamo. Gli alpini orobici in queste settimane sono assolutamente in fermento.

Nel 2010 è toccato a loro ospitare l'adunata; l'anno scorso sono andati a Torino in massa; quest'anno han deciso di esagerare. A Bolzano ne arriveranno 15 mila, suddivisi in 265 gruppi. Il motivo è semplice: hanno fatto uno studio approfondito, gli orobici, scoprendo che il 75% delle penne nere bergamasche ha svolto il servizio di leva in Alto Adige.

Uno di loro, sarà uno dei quattro speaker ufficiali all'adunata 2012, si chiama Francesco Brighenti, classe 1948. Racconta: «Un pezzo del mio cuore è rimasto in Alto Adige quando, finito il servizio di leva, sono tornato a Bergamo. Pensate che a Merano, dove ho vissuto per 13 mesi, ho fatto persino il viaggio di nozze, costringendo mia moglie a visitare caserme su caserme». Bergamo, insomma, viene per ricordare, commuoversi e festeggiare, mica a rivendicare alcunché. Perché «Bergamo è la città di grandi alpini come Attilio, Santino, Giannino e Natale Calvi, il colonnello Gennaro Sora, padre Brevi e Leonardo Caprioli...».













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