Lo strappo di Stefanelli «Con la politica ho chiuso»

L’ex candidata sindaco si tira fuori dalle prossime comunali: abbiamo fallito tutti Rottura con i Verdi: «Volevano salvare il salvabile, sono affondati con Spagnolli»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. È sparita dai radar della politica dopo le sue dimissioni. E fuori da quei radar ha intenzione di restare. «Con la politica ho chiuso». Cecilia Stefanelli, l’ex candidata sindaco degli ecosociali (Verdi, Sel e «A sinistra per Bolzano»), si autodescrive «una meteora». E conferma che la rottura con i Verdi, il suo partito, è stata brusca, e reciproca. Non esiste alcuna possibilità di una sua ricandidatura alle prossime comunali. Le dimissioni di Cecilia Stefanelli dal consiglio comunale avrebbero dovuto agevolare il sostegno dei Verdi alla giunta Spagnolli. Tra sindaco e Stefanelli era scattata una incompatibilità assoluta. Tutto inutile. «Avere avuto ragione non mi serve a nulla», dice ora. Così Cecilia Stefanelli si tira fuori dalle prossime elezioni.

In primavera si tornerà a votare.

«Capitolo chiuso. Dopo una esperienza simile, e con quell’epilogo, per me la politica è archiviata. Come altri, anch’io credo che a questo punto sarebbe meglio prolungare il commissariamento del Comune, per portare avanti l’ordinaria amministrazione».

Da candidata sindaco a esponente dell’anti politica... Non parlerà così per le ruggini che si sono create?

«Ho ben presente il fallimento della classe politica di cui ho fatto parte. Non so chi potranno candidare, dopo quanto accaduto... Arrivavo dalla società civile, ci credevo e ho fatto questa fine... Magari gli ecosociali riusciranno a trovare qualcuno come candidato sindaco. Oppure questa volta vincerà la destra e vedremo cosa sono capaci di fare».

È sceso il gelo anche con gli ecosociali, sembra di capire.

«Certo, in primis con i Verdi. Sono cose che abbiamo già chiarito. Abbiamo avuto divergenze di idee sulla strategia da tenere durante la crisi. Non me ne faccio nulla di avere avuto ragione».

Quale è stato il principale errore dei mesi scorsi commesso dagli ecosociali, secondo lei?

«Ostinarsi a voler salvare il salvabile. Proseguire con Spagnolli avrebbe significato, secondo me, affondare insieme a lui. Come è accaduto...».

Lei vive a Don Bosco, ha il polso dei quartieri popolari. Vincerà la destra?

«Partono avvantaggiati. Se non riusciranno a vincere questa volta, non ce la faranno mai. È vero però che anche loro sono toccati dal caos politico. Il fallimento è generale. Ecco perché dico “sarebbe meglio tenerci per un po’ il commissario”».

La legge non lo permetterebbe.

«È strano anche per me parlare così. Ho sempre pensato che non ci fosse alternativa ai Verdi. Con quello che è accaduto, non credo più nemmeno a loro. Non so cosa potrò votare, spero che qualcuno riesca a inventarsi qualcosa. Serve una svolta, ma non so se arriverà. Non mi sono adeguata al sistema e questo è stato il trattamento. Da meteora ho capito che ci si deve adeguare. Adeguare al ribasso».

Troppo rigida, hanno detto. La politica è mediazione.

«Volevano convincermi a sostenere un programma che si nascondeva dietro un dito e non diceva nulla del progetto Benko. Ridicolo».

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