Lo “Yoga della risata”: se un’attrice diventa terapeuta della felicità

L’originale percorso della bolzanina Monica Trettel «Il mio maestro? Madan Kataria, il guru della specialità»


di Daniela Mimmi


BOLZANO. Quando ridiamo il nostro corpo reagisce producendo delle sostanze chimiche che rafforzano il nostro sistema immunitario, regolarizzano la pressione cardiaca, migliorano la digestione, curano insonnie, ulcere, ansie e molti altri disturbi. I nostri pensieri si fermano, si altera il respiro e pompiamo aria nei polmoni. Sperimentiamo un momento di totale benessere chimico, perché mentre ridiamo il nostro organismo risponde producendo gli ormoni della gioia, le endorfine, potenti antidolorifici naturali. Inoltre ridere migliora i rapporti interpersonali perché, si sa, la risata è contagiosa. Ma come si fa a ridere se non c’è nessuna ragione per farlo? Si può ridere a comando? Si impara a ridere? Monica Trettel, attrice e autrice bolzanina, è convinta di sì.

«Durante il mio percorso ho incontrato molti Maestri: il medico indiano Madan Kataria, considerato il guru della risata, mi ha insegnato i principi e la tecnica dello "yoga della risata", – ci dice l’attrice - il mio maestro spirituale mi ha introdotta e guidata nella comprensione delle connessioni tra i nostri pensieri/emozioni e la realtà che viviamo e mi ha permesso di approfondire le potenzialità di questa semplicissima tecnica capace di farci riappropriare della gioia di vivere e del potere che abbiamo sulle nostre vite.

Dal 2000 ho riso con centinaia di persone, nelle scuole, nei musei, nei teatri, nelle università, in Italia e all’estero».

Da attrice a terapeuta della felicità. Com'è avvenuto il passaggio?

«In modo molto naturale. L'attore per lavoro fa ridere, piangere, commuove, emoziona. Personalmente sono convinta che nella vita, molto dipenda dalle lenti che indossiamo, o dalla colonna sonora. L’essere umano è programmato per la gioia, non per il dolore».

Che la risata faccia bene ormai si sa per certo. Ma come si fa a indurre la gente a ridere?

«Ci sono delle tecniche ben precise e degli esercizi di risate stimolate. Innanzitutto dobbiamo capire che non ridiamo abbastanza, e perchè non ridiamo.

I bambini ridono in media 350 volte al giorno, gli adulti non arrivano alle 15. Siamo bloccati dal condizionamento sociale e dalla paura di eventi che spesso stanno solo nella nostra mente».

E lei insegna a superare queste paure?

« Io propongo uno strumento semplice e alla portata di tutti, la risata appunto, per scaricare lo stress e far bene al nostro organismo, e condivido informazioni necessarie a riconoscere che abbiamo la possibilità di scegliere come vogliamo vivere la nostra vita.

Attraverso alcune tecniche respiratorie e risate stimolate, si ride in gruppo.

Racconto cosa succede al nostro corpo quando ridiamo, quali energie sprigioniamo, come incanalare le energie positive e quelle negative.

Insegno che la sincronicità non è un fatto casuale. Insegno perché bisogna sfruttare le occasioni per ridere, che sono tante, anche se indotte. E ad assumerci la responsabilità del nostro benessere».

Il riso indotto, ad esempio da lei, ha gli stessi effetti della risata spontanea?

«Assolutamente sì, perché il corpo non riconosce la differenza tra una risata spontanea e una stimolata, e chimicamente reagisce allo stesso modo.

Ridere contribuisce a mantenerci in buona salute, ci avvicina agli altri, facilita la comunicazione, ci dà sicurezza in noi stessi, ci aiuta a stabilire dei buoni rapporti con noi stessi, con gli altri, e con la nostra realtà.

In poche parole a vivere con più qualità. Una persona sorridente, allegra e rilassata ha sempre più successo di una musona e arrabbiata, e questa è una constatazione che ognuno di noi può fare pescando dalla propria esperienza personale. L’empatia facilita le relazioni interpersonali».

Dai suoi corsi sono usciti sempre tutti felici e sorridenti?

«Di solito sì, anche se il percorso per alcuni è più difficile che per altri.

Una volta una ragazza ha pianto per tutto l’incontro. Quando è uscita rideva di gusto, contagiata dagli altri.

Ognuno ha un proprio percorso per arrivare a ridere, ciò che io propongo è un allenamento ad una nuova abitudine».

E per partecipare ai suoi corsi come si fa?

“«Le lezioni hanno luogo ogni primo venerdì di marzo, aprile, maggio e giugno dalle ore 19 alle ore 21 in via dei Vanga 24 a Bolzano.

Per partecipare bisogna prenotarsi scrivendo a ridere.lachen@gmail.com oppure telefonare al numero 339 689 5621».

Come si esce dalle sue lezioni di solito?

Rilassati, sorridenti e più luminosi».

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