Lotta al gioco d’azzardo Più potere ai sindaci

L’obiettivo è modificare la legge per aumentare la distanza dai luoghi sensibili La norma deve essere votata entro dicembre quando scadranno molte licenze


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’assessore provinciale Martha Stocker in questo periodo sa bene di essere sotto pressione. Decine di gestori di sale gioco, a Bolzano e in periferia, chiamano quotidianamente l’ufficio licenze. I permessi scadranno, per molti di loro, alla fine dell’anno. Al pari dei contratti per centinaia di dipendenti. Ma la Provincia deciderà martedì cosa fare. «Stiamo vagliando due opzioni: mantenere l’attuale impianto legislativo oppure cambiare la norma anti-slot rafforzando i divieti. E a me piace soprattutto quest’ultima possibilità. La tutela dei malati e delle loro famiglie viene prima di tutto».

Assessora, il settore del gioco d’azzardo è in fibrillazione. C’è chi spera che lei proroghi la legge o la modifichi rendendola più «soft»...

«Non abbiamo ancora preso una decisione definitiva. Martedì avremo un incontro con tutti gli uffici coinvolti e valuteremo il da farsi. Ma posso dire che se modificheremo la legge non la renderemo di sicuro più morbida».

Sta pensando di ampliare le zone di divieto?

«Sì, vorrei prendere esempio anche dal vicino Trentino. Ci hanno copiato l’impianto della legge, ma hanno dato più potere ai sindaci».

Cosa significa, in concreto, dare più potere ai sindaci?

«Oggi non si possono tenere slot in un raggio di 300 metri dai luoghi sensibili. Dando più potere ai sindaci si potrebbe consentire loro, di ampliare le zone di divieto, in base alle necessità. Fino a 5-600 metri. O anche di più. Dove serve bisogna poter essere più severi».

I luoghi sensibili resteranno gli stessi?

«No, vorrei aggiungere ad esempio le sedi dei Distretti socio-sanitari. C’è chi ha realizzato delle sale giochi proprio davanti. E non mi sembra una bella cosa».

In giunta c’è qualcuno che preme per arrivare ad una proroga dell’attuale legge per non far scadere le licenze?

«Le cose non stanno proprio così, ma c’è anche chi si confronta con i gestori delle sale. Io ritengo preminente l’aspetto socio-sanitario. E cercherò di fare il possibile per rendere la legge in materia ancora più rigida».

Meglio prevenire che curare?

«Il motto potrebbe essere proprio questo. Il rischio, in caso contrario, è doversi confrontare con costi sociali altissimi e famiglie distrutte. Non c’è solo il giocatore ma anche la compagna o i figli...».

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