Lucas2 a bordo delle eliambulanze

Eurac consegna il massaggiatore cardiaco a Pelikan e Aiut Alpin Dolomites. Sarà testato da giugno. E’ un dispositivo automatico che esegue compressioni toraciche esterne per la rianimazione cardiopolmonare



Lunghi tragitti dalle zone alpine agli ospedali, spazi minimi di movimento e instabilità del mezzo complicano gli interventi delle eliambulanze in montagna. Ora le squadre di elisoccorso hanno un nuovo alleato dalla loro: il massaggiatore cardiaco automatico Lucas2, un dispositivo in grado di praticare il massaggio cardiaco a lungo e in modo efficiente anche in condizioni talvolta complesse per i soccorritori. Uno studio dell’Istituto di Medicina d’Emergenza in Montagna dell’EURAC e la Centrale provinciale d’emergenza intende testare il dispositivo a bordo delle eliambulanze. Giovedì 18 aprile gli apparecchi sono stati consegnati dall’EURAC alle squadre di elisoccorso. La sperimentazione partirà a giugno.

“Durante gli interventi di elisoccorso in area alpina è possibile che i soccorritori debbano praticare un massaggio cardiaco per oltre 20 minuti, avendo uno spazio di manovra minimo che non permette di assumere una posizione ideale e di darsi il cambio con un altro soccorritore. Un’operazione faticosa, che, come dimostrato da diversi studi, diventa sempre meno efficace con il passare dei minuti”, spiega Hermann Brugger, direttore dell’Istituto per la Medicina di Emergenza in Montagna dell’EURAC.

In queste condizioni un dispositivo in grado di aiutare i soccorritori nel massaggio cardiaco potrebbe essere determinante per salvare la vita dell’infortunato. Ecco perché i ricercatori dell’EURAC hanno avviato uno studio di fattibilità con l’obiettivo di testare le potenzialità del Lucas2 nell’elisoccorso. Il Lucas2 è un dispositivo automatico che esegue compressioni toraciche esterne per la rianimazione cardiopolmonare. Da giugno 2013 per tre anni verrà utilizzato a bordo delle eliambulanze. I ricercatori dell’EURAC raccoglieranno i dati di utilizzo per verificare gli aspetti logistici legati al suo impiego; vogliono capire inoltre se possa influenzare l’ospedalizzazione e soprattutto la sopravvivenza degli infortunati grazie alla possibilità di proseguire il massaggio cardiaco anche nella fase di trasporto.













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