Lungodegenti, 40 posti dalla Pitsch al Martinsbrunn

Intanto il Comune pensa al collaudo dei nuovi appartamenti in via Toti: sarà necessario acquistare un secondo edificio



MERANO. In molti se lo erano chiesto, a partire dal presidente e dal direttore della fondazione Pitsch, Hermann Raffeiner e Alex Huber. Per quale motivo la Provincia ha deciso di cancellare i 40 posti letto per lungodegenti che sono ospitati nella casa di riposo di via Palade in aggiunta ai 72 letti del centro lungodegenti Sant'Antonius? La risposta ufficiale arriva dal documento unico di programmazione del Comune di Merano per il triennio 2016-2018, quello che fino a un anno fa era chiamato il bilancio di previsione.

Alla voce interventi per gli anziani, inserita nel capitolo di competenza dell'assessore al sociale Stefan Frötscher si legge che "il programma di creazione di posti letto per lungodegenti al Martinsbrunn proseguirà come previsto con qualche piccolo ritardo. La convenzione con l’Ordine teutonico per la messa a disposizione di un contingente di 35 letti verrà riconfermata anche per i prossimi anni con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa fino alla soluzione definitiva del problema del fabbisogno di posti letto per lungodegenti".

Ecco, dunque dove vanno a finire i 40 posti letto tolti alla fondazione Pitsch. La Provincia evidentemente non li cancella da Merano ma li destina al Martinsbrunn di Quarazze, la clinica di riabilitazione dell'ordine religioso costretta a cambiare pelle e a trasformarsi dietro investimenti per gran parte pagati da Comune di Merano e Provincia in soggiorno per anziani.

Di quei 90 posti letto previsti nel progetto di ristrutturazione, evidentemente 35 sono destinati alla lungodegenza. Uno schiaffo in pieno volto ai vertici della fondazione Pitsch, che per la seconda volta si vedono scippare da sotto il naso una parte dell'attività che per decenni hanno svolto nel settore dell'assistenza agli anziani. Prima il cambio di destinazione del Martinsbrunn e ora anche la sottrazione di una parte dei posti letto per lungodegenti, il tutto a favore della struttura di Quarazze. Il Comune dovrà comunque fare la sua parte per il centro Sant'Antonius, finanziando una parte dei nove milioni necessari per ristrutturare la casa ancora di proprietà provinciale.

E poi c'è il tema degli alloggi protetti. Completato il collaudo dei nuovi appartamenti in via Toti sarà necessario trovare un secondo edificio da acquisire.

All'area ex gas con i 36 alloggi presenti non sarà possibile sistemare in un colpo solo gli ospiti di villa Maria, di casa Melchiori e di villa Caterina. Tra le righe del documento di programmazione si legge che in Comune si sta valutando anche l'ipotesi di proporre l'acquisto di uno tra casa Melchiori e villa Maria. Finanziamenti reperibili permettendo. (rog)













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