M5S, la rivolta delle candidate «C’è maschilismo nel partito»

Le sette esponenti rispondono alle accuse di Perugini e Borzaga contro la “casta interna” «Costrette a lavorare con uomini che non apprezzano le donne. Volevamo dimetterci tutte»



BOLZANO. Sette donne del Movimento 5 Stelle prendono la parola per ribattere alle accuse lanciate da Alessandro Borzaga (numero 2 della lista) e Andreas Perugini, escluso dalla lista. Questi ultimi denunciano «la casta interna» al Movimento 5 Stelle e annunciano una cordata a parte per sostenere Borzaga alle provinciali.

Le sette candidate ribattono con un documento in forma di auto-intervista (si fanno la domanda e rispondono). Questa la versione di Francesca Morrone, Maria Teresa Fortini, Alessia Giangrossi, Caterina Pifano, Sabrina Bresadola, Adriana Valle e Francesca Schir sulla spaccatura interna al movimento: «Ci siamo trovate a dover lavorare con uomini che non apprezzano il lavoro e i contributi delle donne. Con uomini che non apprezzano le donne. Abbiamo pensato ad un certo punto di dimetterci in blocco con il rischio di non presentarci alle elezioni e quindi di sciogliere la lista. Ma non abbiamo voluto cedere alle provocazioni e alle cattiverie gratuite di uomini egocentrici e disfattisti con un senso del comune pari a zero e siamo andate avanti: il gruppo, a maggioranza, prima tra i candidati e poi nel gruppo attivisti, ha deciso, tramite votazione, l’esclusione di Andreas Perugini per motivi di incompatibilità relazionale e per alcuni versi ideologica. Il caso Borzaga, poi, è ancora più sconcertante: un candidato che dichiara di aver bluffato e mentito, fingendo di fare parte di un gruppo per portare avanti la propria candidatura, è davvero inconcepibile. Una recita, un teatro per sostenere i propri personali interessi. La nostra campagna elettorale è a costo zero, sacrificando famiglia, affetti e tempo ma di fronte alla cattiveria gratuita non siamo più disposte a subire; quando vogliamo, sappiamo essere molto, ma molto determinate».

C’è la replica di Borzaga: «La signora Fortini fa affermazioni del tutto generiche, se non addirittura illazioni. Mai è accaduto che nel movimento si siano discriminate le donne. Quando vogliamo dimostrare le nostre tesi ci appoggiammo a documenti scritti o fatti comprovati .Teresa mente, sapendo di mentire. È vero il contrario e cioè che nei preliminari dell'espulsione di Perugini abbiamo dovuto subire il ricatto delle quote rosa, visto che è stato prospettato il ritiro di sette donne, che avrebbero fatto decadere dalla lista 14 uomini grazie alla nostra fantastica legge elettorale provinciale. Per quanto qua riguarda la mia posizione di candidato, non ho nulla da perdere né da guadagnare da queste mie prese di posizione». Le candidate si presentano così: «Siamo donne e amiche e proveniamo da percorsi di vita e di lavoro diversi, abbiamo voglia di fare, attivare e smuovere un sistema che ci vede sempre più penalizzate come cittadine, mamme e donne. Ci uniscono i valori e i temi legati all’ambiente, alla salute, alla società e alla cultura, ai problemi delle persone meno fortunate di noi». (fr.g.)

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