Ma il futuro sarà insieme

di Sergio Camin


Sergio Camin


La Marcegaglia ha detto che in un paese in crisi è meglio evitare le feste e cercare di lavorare. Non sono d’accordo. Se sei in crisi, le feste possono darti una mano a sentirti almeno meno solo, parte di qualcosa. Ma è anche ovvio che c’è modo e modo di far festa. I 150 anni dell’unità di Italia avrebbero potuto essere, in un paese normale, una straordinaria occasione per provare a ritrovarsi e invece quello che ritroviamo è il solito giro d’affari, magari legalissimi ma sicuramente un po’ preoccupanti.
Al centro delle iniziative la Mostra delle Regioni a Roma, 200.000 euro a stand, per complessivi 4.400.000 euro per una mostra organizzata dallo stesso ministero, quello del poetico Bondi, che sta lasciando andare a pezzi il nostro patrimonio culturale e ha appena tagliato del 50% i fondi per il nostro teatro. Ad organizzare la mostra e a gestire il badget è stata chiamata la Comunicare-Organizzando, la stessa società che, mentre crollava la casa dei gladiatori, ha percepito un finanziamento di 394.100 euro per la realizzazione della mostra Pompei e il Vesuvio - Scienza, conoscenza ed esperienza, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e col Dipartimento della Protezione Civile. Dovrebbe bastare questo per farci dire che c’è festa e festa ma non è così. Il ministero ha anche stabilito i temi per le singole regioni, alcuni sono davvero straordinari. Un esempio tra tutti quello del Veneto, che vive ancora in modo drammatico le conseguenze delle recenti alluvioni, e che ci racconterà “Il governo delle acque”. Fa il paio con lo stand (altra bella iniziativa ministeriale) della regione Campania, quella di Napoli e della monnezza, all’Expò di Shanghai dedicato a “La qualità della vita nelle aree urbane”. Una volta si sarebbe detto “nessun pudore” ma pare che i tempi siano cambiati. Speravo che a una iniziativa del genere fossero molte le regioni a dire di no ma mi sbagliavo, l’ha fatto solo la Provincia di Bolzano e purtroppo con motivazioni decisamente lontane dalle nostre speranze. Occasione persa per una Svp in cerca di identità tra le tenui aperture di Theiner e i tuffi nel passato di Durwalder. Poteva dire di no prendendo almeno su questo (non siamo in parlamento) le distanze da questo governo e dal suo giro d’affari e invece l’ha fatto offendendo gli italiani dell’Alto Adige, negando che la Provincia Autonoma rappresenti anche loro.
Io capisco benissimo che i tedeschi di qui si possano sentire una minoranza austriaca ma la Provincia è un’altra cosa, è di tutti come lo è la sua autonomia. Negarlo significa tornare indietro di anni ed è sciocco ma soprattutto pericoloso. Qui non si tratta più di coprire o meno un’opera di regime (le opere di regime sono quasi sempre mediocri anche se l’artigiano è bravo) ma di decidere assieme o divisi il nostro futuro. Per i 150 dell’Unità d’Italia ci saranno comunque una serie di iniziative anche qui, mi auguro che possano essere l’occasione per un saggio ripensamento. Servirebbe a tutti ma soprattutto a questa Svp.

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