Madre e figlia in strada Le ospita la pediatra

La donna e la bimba arrivano dall’Eritrea, sono fuggite da un centro a Milano Il medico: «Non si può far finta di nulla». Mobilitate le volontarie di Binario 1


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Fiesta ha 21 anni e la piccola Mercab uno e mezzo. Sono eritree e come migliaia di migranti hanno attraversato il Mediterraneo nella speranza di avere una seconda chance e una vita migliore. A differenza di altri profughi madre e figlia hanno una meta precisa da raggiungere, Dresda, dove il papà e marito ha un lavoro e le attende con ansia. «Sabato e domenica - racconta Lucia Pappalardo, la pediatra bolzanina che le ha ospitate a casa nel weekend dopo che avevano trascorso alcune ore su una panca della Chiesa evangelica - si sono sentiti più volte».

In precedenza madre e figlia (che non parlano arabo e inglese e faticano a farsi capire) erano fuggite da un Centro di accoglienza a Milano. E tanto in Lombardia quanto in Alto Adige hanno trascorso probabilmente alcune notti all’addiaccio. Rischiando anche la vita. Di Fiesta e Mercab si sono occupate anche le volontarie di «Binario 1», che denunciano «serie mancanze nel nostro sistema di accoglienza». Non si possono lasciare madre e figlia per strada in pieno inverno «solo perché non hanno più titolo, per legge, ad avere un tetto sopra la testa». Ancora più chiaro e netto il giudizio di Lucia Pappalardo - medico con l’Africa nel cuore che fin dal 2005 cura decine di bambini malnutriti nel continente nero supportando i «Medici per il Terzo Mondo». «Ai miei amici vorrei presentare Fiesta e Mercab, non perché io voglia spiattellare la loro faccia su Facebook ma solo perché hanno un nome e una storia spesso triste alle spalle e quando li conosci non puoi più voltarti dall'altra parte. Le abbiamo ospitate per due giorni a casa. E sono state ospiti rispettose e silenziose. Questo perché a Bolzano, la città più ricca d'Italia, sabato notte non c'era più un posto per loro e avrebbero dovuto dormire fuori al freddo. Sono amareggiata dalle nostre autorità che dicono che non bisogna trattarli troppo bene perché poi tutti vorranno fermarsi qui (!). E lasciano al freddo una bimba di un anno e mezzo con la sua mamma bambina! A chi non piace questo post può cancellarmi dai suoi contatti, agli altri vorrei dire solo che c'è da fare per tutti perché noi non siamo come sembra, anche se oltre 300 persone stanno dormendo al freddo! Noi non ci voltiamo dall'altra parte».

Il padre di Mercab ha anche cercato di venirle a prendere entrambe, al confine con Austria e Germania, ma è stato fermato. «Ci siamo trovati in una situazione analoga - ricorda Lucia Pappalardo - qualche mese fa con una donna africana incinta di 7 mesi abbandonata a sé stessa. L’ha ospitata mia mamma per tre giorni dopo che si era vista sbattere molte porte in faccia». Comprese quelle di alcune parrocchie bolzanine. «Di sicuro - conclude la pediatra - non si può continuare a far finta di niente».

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